22/12/2009

 

Ringraziamo coloro che sono venuti all'apericena nella speranza che tutti siano rimasti soddisfatti della serata.

Auguri di buone feste a tutta la tifoseria Granata nella speranza che l'anno che verra' sia migliore di questo che ci lasciamo alle spalle... in fondo non crediamo ci voglia molto.

Al presidente Cairo chiediamo un'oculata ma dispendiosa campagna acquisti di riparazione necessaria per riportare il Toro nella serie che gli compete.

 

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13/12/2009

 

NATALE 2009 - DOMENICA 20 DICEMBRE
APERICENA GRANATA


I GENETICAMENTE GRANATA invitano tutti i tifosi del TORO
Domenica 20 dicembre dalle ore 18.30 in Via Valfenera n° 8,
storica sede del Toro Club Borgo Vittoria, per festeggiare il Natale.
SOLO 13 euro!!
due consumazioni incluse nel prezzo
torte salate, chili con carne,
formaggi, salumi e stuzzichini vari.
vino, birra, bibite ecc.
due dolci... e altro ancora!!!
bambini UNDER 10 ingresso LIBERO
possibilità’ di mangiare anche per vegetariani!
Solo su prenotazione entro e non oltre MERCOLEDI 17
tramite: mail info@geneticamentegranata.it,
in balconata nella Curva Primavera,
oppure telefonando al 347******

 

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23/10/2009

E' in corso una raccolta firme per chiedere lo spostamento del Corso Grande Torino da Giuvelandia al tratto di Corso Sebastopoli chiuso al traffico, fra Corso Agnelli e Corso Galileo Ferraris.

PUOI CONTRIBUIRE CLICCANDO QUI

Per partecipare in maniera piu' attiva puoi scaricare la LETTERA e il MODULO per la raccolta firme.

Inviando una mail a

corsograndetorino@libero.it

ti verra' comunicato dove inviare i moduli compilati

Se qualcuno ha un'attività commerciale e si vuole proporre come punto di raccolta, meglio ancora!!


NESSUN UTILIZZO VERRA' FATTO DEI DATI INSERITI SE NON PER QUESTA INIZIATIVA E LA CASELLA MAIL VERRA' CHIUSA NON APPENA TERMINATA LA RACCOLTA CHE IN LINEA DI MASSIMA PROSEGUIRA' FINO A FINE ANNO.

 

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28/09/2009

 

Chi ci guadagna dalla tessera del tifoso?L'articolo che segue, del 15 settembre 2009, è stato tratto dal blog "Rumor & Risparmio".


Chi guadagna dalla Tessera del Tifoso?
Sul sito della Lega pro (ex Serie C) abbiamo un elenco di motivi redatti a scopo di incentivare la richiesta di Tessera del Tifoso, vi risparmio i primi sette punti che non ci interessano in questa sede per quanto siano esilaranti vista la loro demenzialità, concentriamoci piuttosto su:
8. Ottenere una carta di pagamento ricaricabile Visa con un proprio IBAN senza essere vincolati ad un conto corrente bancario; consente di ricevere bonifici, accrediti di stipendio e trasferire in real time denaro da una carta all'altra (card to card);
9. Operare in modo sicuro e veloce ottenendo sempre maggiori servizi e benefici concreti; premi, merchandising, biglietti, convenzioni e scoutistica di vario genere;
10. Sostituire il denaro contante: la tessera rappresenta un borsellino elettronico che consente di fare operazioni di varia natura, acquisti online, prelevare contanti, trasferire denaro, ricaricare il telefonino.


Dunque per rispondere alla domanda che dà il titolo a questo post iniziamo col dire le banche. Non a caso già da ora alcune società calcistiche si sono appoggiate a istituti di credito.


Ad essa è favorevole il presidente della Federazione Italiana Gioco Calcio, Giancarlo Abete, cioè il fratello di Luigi Abete vicepresidente dell'Associazione Bancaria Italiana e presidente della banca romana BNL.


Uno dei due gruppi bancari più importanti del paese è Intesa Sanpaolo (a cui si è appoggiato il Milan, già rilasciate oltre 100mila tessere, e la Fiorentina, quest'ultima tramite la CR Firenze).


Lo stesso istituto è nel patto di sindacato che regge RCS Mediagroup cioè tutta una serie infinita di quotidiani come il Corriere della Sera e soprattutto la Gazzetta dello Sport certamente il più importante giornale sportivo (favorevole anche la rosea? boh, non la leggo..); ma ad accrescere il business RCS Mediagrop ci sono anche periodici, libri, broadcast (importanti radio nazionali e locali), pubblicità, l'agenzia AGR (fornisce notiziari e contenuti editoriali a radio, televisioni locali e regionali e a siti internet di primaria importanza nello scenario italiano).


Nello stesso patto di sindacato cito Della Valle visto che abbiamo nominato la Fiorentina, ma è di Mediobanca la quota più significativa.
Mediobanca dunque citiamo tra gli uomini più importanti di essa Geronzi l'ex patron di Capitalia (ora fusa con Unicredito), uomo e banca che nel calcio sono molto conosciuti visti i rapporti economici con alcuni presidenti (sbaglio se cito Parma-Tanzi, Lazio-Cragnotti, Roma-Sensi?).


Uomo molto vicino a Capitalia era Franco Carraro, uomo che in passato ha fatto un po' di tutto, anche il politico e che recentemente è stato presidente della Figc e presidente di Mediocreditocentrale, banca facente parte appunto del gruppo Capitalia.

Tornando a Mediobanca nella stessa spa c'è tanta gente nota che ha ruoli di rilievo, da Marina Berlusconi figlia di Silvio (il quale ha una quota azionaria del 2% circa), alla figlia di Salvatore Ligresti lui nel patto di sindacato RCS e curiosamente leggo da Wikipedia: "I suoi avvocati hanno scovato un articolo del codice che fa tornare immacolata una fedina penale sporca: quando siano passati almeno cinque anni dall'espiazione della pena e il pregiudicato «abbia dato prove effettive e costanti di buona condotta». Ha presentato domanda al Tribunale di sorveglianza di Milano, che nel settembre 2005 ha accolto la sua richiesta: ora Ligresti è riabilitato". Domando: ma per i tifosi sarà diverso? Così dice l'articolo 9 della legge 41/2007.
Ligresti è anche membro del consiglio di amministrazione del Gruppo Unicredit, dunque torniamo vicini a Geronzi sia per l'affare Capitalia sia perché Unicredit è socio importante in Mediobanca. che poi a proposito di figlie in carriera, quella di Cesare, Chiara Geronzi lavora al Tg5.


Ma dicevamo di Unicredit, nel cda il presidente è Dieter Rampl (siede anche nel consiglio di sorveglianza di Mediobanca) e poi un vicepresidente è Berardino Limonati tra le altre cose consigliere in Telecom e in RCS; un altro doppio consigliere Unicredit - Telecom Italia è Piero Gnudi e avanti via così è tutto un intreccio di partecipazioni e uomini con più cariche. Un rompicapo impressionante che vi risparmio ma se avete tempo la quantità di intrecci tra le spa che sto menzionando è davvero intrigante...

Se guardate questi consigli di amministrazione troverete tanti volti noti, tra gli altri ex politici e gente che ha subito condanne o se la è cavata per il rotto della cuffia... della serie se per loro valesse il Daspo senza processo e solo sulla base di un'accusa non so quanti cda reggerebbero... ma dicevo, alcuni hanno subito condanne, condanne vere, mica aver esposto uno striscione non autorizzato.

Comunque dopo aver nominato un po' di banche (qualcuna delle quali più o meno direttamente certamente dalla tessera del tifoso avrà benefici) e i legami con RCS Mediagroup è curioso osservare come in RCS troviamo anche il gruppo Benetton. Bene, nell'azionariato di Telecom Italia troviamo le solite Mediobanca e intesa che la controllano assieme ad altri soggetti tra cui la "ex sintonia" del gruppo Benetton. Ora la tecnologia applicata alla Tessera del Tifoso, sistema RFID per trovare la nostra/vostra collocazione con approssimazione di pochi centimetri è offerta da Telecom (per tutti?) stando a quel che ho letto almeno per la ex Serie C dovrebbe essere così (vedi Tuttomercatoweb). Un'altra società con dentro i Benetton che forse sarà in affare con la Tessera del Tifoso potrebbe essere Autogrill, "sconti per i tifosi" in viaggio? O magari per restare in famiglia Autostrade o Grandi Stazioni spa, però qui siamo alle ipotesi dunque staremo a vedere.


Insomma ricapitolando possiamo dire che a breve avremo milioni di italiani che pagheranno una tantum (10 euro gli juventini) per essere schedati e per chiedere il permesso alla questura di accedere in luoghi pubblici. Ma i soldi col sistema tessera-del-tifoso-carta-di-credito continueranno ad uscire lentamente ed inesorabilmente dalle tasche degli italiani per altri lidi. Pochi spiccioli per volta ripetuti milioni di volte, all'infinito. Soldi sicuri di fatto facendo niente visto che una volta partito, il meccanismo fa tutto da solo, o meglio genera introiti da azioni altrui (quelle dei tifosi) e dalla tecnologia.

Poi come è ovvio immaginare da questa card ci saranno società che godranno di benefici indiretti, leggasi le pay-tv che vendono il business calcio a chi sarà bloccato dalla burocrazia. Oppure davvero qualcuno pensa che un padre di famiglia sia ben lieto di chiedere il permesso al questore per lui e suo figlio? Senza contare che i costi dei biglietti stadio non caleranno (tanto per dire 26,5 euro per il settore ospiti di Siena-Roma) e ovviamente chi farà la Tessera per vedersi una o due partite all'anno dovrà tirare fuori la tantum (10euro a cranio?) dunque per i tifosi tiepidi l'incidenza del costo Tessera sarà superiore. (Vero che qualcuno la tantum non la chiede, del resto è sicuro di rifarsi dopo).


I media oltre che una cronica difficoltà ad andare contro i centri di influenza del potere politico (la Tessera è figlia della coppia Amato Maroni) in questa occasione sono direttamente coinvolti dal punto di vista economico;


aspettarsi tutta la verità da loro è un po' come chiedere all'oste se il vino è buono...


Casualmente articoli e commenti ostili alla tessera li troviamo sul Guerin Sportivo da parte del suo direttore Matteo Marani, e Gianni Mura su Repubblica; soggetti forti ed indipendenti che al massimo possono irritare qualche inserzionista pubblicitario. E chissà che pure loro una certa influenza non l'abbiano, voi trattereste con i guanti i vostri migliori clienti?

 

 

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21/09/2009

Novita' 2009-2010

 

 

 

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15/09/2009

4° MEMORIAL MARIA CLAUDIA COLLINO
IL TORO, I SUOI TIFOSI E LA SOLIDARIETA’.

Il Toro Club C.T.O. Claudio Sala organizza come ogni anno il Memorial Maria Claudia Collino la sera di Venerdì 18 Settembre presso lo stadio Primo Nebiolo del parco Ruffini di Torino, con inizio alle ore 18.
Il Memorial Maria Claudia Collino è un evento ormai fisso nella storia recente del Club C.T.O. e della tifoseria granata. Ha lo scopo sia di non dimenticare Maria Claudia e tutte quelle giovani vite spezzate dall’utilizzo di un mezzo pericoloso come la moto, sia di trasformare questo ricordo in un messaggio educativo per tutti gli adolescenti e le loro famiglie.

Vogliamo contribuire a diffondere tra i ragazzi questi messaggi:
Si può assolutamente evitare di usare la moto.
Chi non usa la moto non è uno “sfigato” ma è un saggio.
Se proprio non riesci a fare a meno di usare la moto, guidala con prudenza e utilizza sempre il casco allacciandolo in modo corretto.

Il Memorial ha un’altra importante finalità: quella di sensibilizzare i giovani e gli adulti alla solidarietà, raccogliendo ogni anno fondi per contribuire a finanziare enti che direttamente ed indirettamente si occupano dei bambini con problemi e delle loro famiglie.
Il primo anno gli introiti sono stati devoluti al Bip Bip, il secondo alla CEPIM, il terzo all’UGI.
Quest’anno l’incasso ottenuto dagli acquisti dei gadget che verranno proposti e dalla lotteria sempre più ricca di premi interessanti, verrà devoluto a favore del progetto sostenuto dall’Associazione AREA G PIEMONTE, che intende dare sostegno psicoterapeutico agli adolescenti vittime dirette o indirette di incidenti stradali o domestici. http://www.areag.net

Il Toro Club C.T.O. con la preziosissima collaborazione della Scuola Calcio C.B.S. di via Villa Glori n.21, Torino è riuscito ad allestire una rappresentativa che prenderà il nome di Toro Boys C.T.O. – C.B.S. e nell’occasione affronterà in un triangolare le rappresentative degli Esordienti del Torino FC e dell’A.S. Pecetto che anche quest’anno hanno dimostrato una meravigliosa e sentita disponibilità.

Seguirà una partita secca tra le rappresentative senior del Toro Club CTO Claudio Sala, e del Punt Masin – Toro News.
Il Punt Masin – Toro News entrerà in campo indossando le maglie dell’associazione “Forza l’Aquila” alla quale a fine primavera il Toro Club C.T.O. ha devoluto una somma raccolta all’interno dell’ Ospedale.
Saranno presenti Antonino Asta come allenatore in seconda dei Toro Boys C.T.O. – C.B.S., il mentore del nostro Club Claudio Sala e Patrizio Sala che premieranno le rappresentative “junior” e “senjor”.
E’ assai probabile la partecipazione del presidente Cairo e di calciatori della Primavera del Torino F.C.
L’entrata è a offerta libera.
Oltre all’impegno di tanti fratelli dei Toro Club che aderiscono all’evento è da sottolineare l’aiuto economico importante che ci è stato dato, al fine di coprire parte delle spese organizzative, dalla ditta SERIST S.P.A. (Filiale Piemonte presso il C.T.O./MARIA ADELAIDE).
Verranno venduti alcuni gadget dei Club partecipanti e si terrà una lotteria con premi in palio anch’essi offerti come gesto di solidarietà da alcuni sponsor del Torino Club C.T.O. Claudio Sala: California Records di Antonio Costa & C. ( Via Bistolfi n.94 - La Loggia), LOGHO Srl di Luca e Alberto di Moncalieri, Aurora Assicurazioni Agenzia Quaglia e Crose di Torino ( C.so Duca Degli Abruzzi, 15) Reale Mutua Assicurazioni (Agenzia Carducci) di P.za Carducci n.122 Torino, Società AGOS con 4 filiali in Torino.
L’Agos inoltre garantirà una graditissima sorpresa per due o tre dei partecipanti tra il pubblico, in vista del successivo incontro casalingo del Toro.
Nella settimana successiva al Memorial sarà messa all’asta su eBay la maglia autografata di Rolando Bianchi.
Ringraziamo fin d’ora il nostro bomber ed il Responsabile Sanitario del Torino F. C. dr. Gianluca Stesina per essersene occupato.
L’evento ha regalato ogni anno ai partecipanti particolari e forti emozioni legate anche e soprattutto allo sport del Calcio e al simbolo del TORO. Quest’anno c’è ancora qualcosa di più e siamo certi che chi aderirà se ne renderà conto.

Vi aspettiamo

Guido Regis
Presidente del Toro Club C.T.O. Claudio Sala
http://www.torinoclubcto.com

 

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31/08/2009

Ringraziamo Sara Di Lorenzo per la prima di numerose interviste che appariranno sul nostro sito, ringraziamo ovviamente anche Jimmy per la consueta disponibilita'.

Per chi ha piacere Sara ha aggiunto un nuovo "scritto" nella sezione racconti.

 

Se sei un calciatore (portiere, pardon) amatissimo dai tifosi, tutti parlano te. Il più delle volte a sproposito.
Ora Alberto Maria Fontana, detto Jimmy, è seduto davanti a me sorseggiando un succo di frutta e ci tiene a precisare che non è un “calciatore” ma un portiere. Se vi siete mai chiesti chi è veramente Jimmy Fontana, vi rispondo che non è solo un ex portiere della nostra squadra del cuore. E’ un padre di famiglia a cui sorridono gli occhi nel parlare della sua Eleonora e dei suoi figli. Un personaggio noto della nostra città che, pur sapendo che si sarebbe trovato di fronte ad una tifosa curiosa e non ad una giornalista, ha deciso di incontrami e rispondere alle mie domande. E lo fa con serietà, perché lui le cose le affronta così. Anche questa chiacchierata. Jimmy è una di quelle persone che definiresti limpida, e lo si capisce anche solo da uno sguardo. Corretto e premuroso nel telefonarti per chiedere scusa per il ritardo con cui sicuramente si presenterà all’appuntamento. A dire il vero arriverà addirittura in anticipo ma non glielo farò notare….

Di interviste ne hai fatte tante, cosa ti aspetti che io ti chieda? Qualcosa che ti viene sempre chiesto.

Se mi avessi fatto questa domanda prima di andare via dal Toro ti avrei risposto probabilmente “Come ci si sente a giocare nella squadra per cui fai il tifo, quella per cui si tifa sin da bambini?” questa è la domanda che mi è sempre stata posta prima che io andassi via. Ora la domanda è “E’ cambiato qualcosa? Ti manca il mondo granata ora che sei a Novara?”

Ne approfitto allora: ti manca il Toro?

Mi manca, si. Mi manca nel senso che cerco di scindere tutto ciò che rappresenta l’aspetto professionale da quello della fede e del tifo. Quindi, ovviamente, l’aspetto professionale non mi manca perché io faccio il calciatore ed ho trovato un nuovo gruppo, nuovi stimoli, un’altra categoria, altri obiettivi. E’ ovvio che tutto quello che è il mondo granata mi manca molto, sette anni sono tanti. Mi mancano i compagni, tutto l’ambiente granata, i tifosi, il fatto di ogni 3 per 2 ritrovarmi per la mia città a dover parlare di Toro. Ma alla fine io sono di Torino, rimarrò di Torino anche quando la mia parentesi da calciatore finirà e rimarrà quella da tifoso. Posso dire quindi che una cosa è “eterna” e l’altra è limitata nel tempo.

Mi attacco alle singole parole. Hai detto “sono un calciatore”. Sei un calciatore o sei un portiere? Voglio dire, dire “calciatore” può essere ricollegato ad uno stereotipo stile calciatore-velina e non ad una persona che ricopre un ruolo al di fuori del quale è una persona come tantissime altre. Qual è la differenza?

La differenza è abissale. Se la mettiamo in questi termini ti dico che non sono un calciatore, io sono un portiere. Io non giudico, non condanno i miei colleghi però è ovvio che lo stereotipo del calciatore in quanto giovane, famoso, economicamente ben messo possa a volte far perdere la testa. Questo a me non è successo fondamentalmente per due motivi: un po’ per i valori che ho avuto sin da piccolo che mi hanno fatto crescere facendo la gavetta nel calcio, dando peso a tante cose che molti miei colleghi avendo avuto tutto e subito non hanno mai affrontato. Ed un po’ perché non ho guadagnato cifre che a qualcuno avrebbero potuto far perdere la testa. Dubito che a me sarebbe potuto accadere, ma non ho la controprova quindi non voglio fare il chierichetto. Io sono contento così, ho una bella famiglia e mi capita spesso e volentieri di sentire compagni che hanno storie che finiscono presto. Penso che ci siano delle cose che vanno al di là di una carriera che può durare fino ai 35-37 anni, poiché ci sono dei valori che rimangono anche oltre il mondo del calcio.

Tu pensi che questo stereotipo che si è creato abbia spinto tanti ragazzi ad intraprendere la strada del calcio giusto per questa illusione che viene data, o credi ancora che ci sia una faccia pulita del sogno del bambino che si avvicina al mondo del calcio?

Sarò molto onesto, soprattutto perché ho una scuola calcio e noto molte cose. Il piacere del bambino di giocare e partire con l’idea di diventare un calciatore può finire quasi subito. In questo intervengono molto i genitori. E’ capitato delle volte, nella mia scuola calcio, che alcuni genitori venissero a chiedere previsioni o giudizi su bambini di 8-9-10 anni. In questi casi il bambino perde quella che è la visione delle cose, di quello che dev’essere solo un gioco. Questo lo so perché spesso e volentieri quando parlo con i miei ragazzi o vado nelle scuole, nei club, la prima domanda che mi viene fatta è: “Che macchina hai?” la seconda: “Quanto guadagni?”. Questo è il messaggio che al bambino viene dall’esterno e sono sicuro che su 100 bambini che iniziano a giocare a calcio, non voglio dire 99 ma, la stragrande maggioranza ha l’illusione dello stereotipo calciatore-velina. E il discorso sicuramente si può anche estendere alle bambine, è un discorso che io condanno. Quest’anno mio figlio andrà a giocare nel Toro ed io gli farò capire determinate cose. La prima cosa che gli ho detto è di non pensare di diventare calciatore perché è una cosa difficilissima. Ho piacere che faccia questa esperienza perché vivere il calcio lo porta fuori dalle problematiche che si possono avere essendo un ragazzo. Fargli credere che vivrà in un mondo stellato sin dall’inizio ed arriverà in alto è sicuramente un messaggio sbagliato.


Da padre, cosa farai perché lui capisca che deve fare il portiere piuttosto che il difensore, centrocampista o attaccante, e non il “calciatore”?

Innanzitutto cercherò di rimanere il più distante possibile da quello che sarà il suo mondo. Questo perché già negli anni scorsi ho notato, quando non era ancora al Toro ma in un’altra squadra più piccola qui a Torino, che lui non era Tommaso ma era il figlio di Fontana. Il mio restare il più possibile dietro le quinte per lui sarà già un grande aiuto. Tutti i consigli che gli potrò dare sicuramente glieli darò. Se hai fatto il calciatore e tuo figlio ha la stessa aspirazione puoi dargli i consigli perché hai vissuto la situazione, esattamente come chi nella vita ha fatto il ferramenta può insegnare al figlio che vuole aprire una ferramenta come districarsi nella situazione. Sicuramente cercherò di fargli capire determinate cose, perché io stesso ho vissuto sulla mia pelle che è difficilissimo arrivare, che quello del calcio è un mondo effimero. Noi vediamo solo quella che è la punta di un iceberg, quindi la serie A ed i grandi calciatori ma nel sottobosco ci sono tantissimi professionisti che hanno stipendi normali, che magari pensano al futuro, che arrivano a 35 anni, avendo vissuto una vita tutto sommato normale, e devono cambiare lavoro. Lo sappiamo che nel mondo del lavoro attuale non è semplice pensare di arrivare a 35-37 anni e cambiare totalmente lavoro.

Parlando del binomio giovani-calcio, ti chiedo un commento spassionato su quello che è il vivaio granata e la scuola calcio giovanile del Toro dal tuo punto di vista.

Io, come altri, ho avuto modo di fare un confronto schiacciante tra quello che è il mondo granata di adesso e quello che era. Questo perché sono nato sopra il Filadelfia ed ho visto che è stata la scuola calcio più importante d’Italia, quella che ha portato più frutti e più giovani in serie A, in poche parole: ho visto il massimo. E poi ho visto anche quello che, forse, è il momento più difficile di un settore giovanile, non solo per quello del Toro: fallire e ricominciare da zero. Non è semplice. Io penso che le due persone che ora sono preposte a gestire il settore giovanile siano due professionisti validi e di un certo spessore. Ricostruire una squadra come ha fatto il Toro nel 2005 vincendo subito il campionato di serie B e come ha fatto ora, ad onore delle cronache, il Gallipoli in due giorni si può fare. E’ dura ma si può fare. Per il settore giovanile non è proprio così; ha bisogno di un ciclo temporale molto più lungo. Senza dubbio nel settore giovanile si deve investire ed è inevitabile che se il Toro, rispetto ad altre squadre, in questo settore ha delle risorse limitate parte svantaggiato. Un altro aspetto è dato da quel che si ricavava dal Filadelfia. Non tanto per il Filadelfia in sé perché è un discorso a parte, e poi ci danno anche dei patetici, ma proprio per il discorso di prima squadra vicino alla primavera. Il contatto è fondamentale e si può fare dappertutto, se si può fare al Fila tanto meglio, ma se potessimo farlo a Grugliasco, piuttosto che ad Orbassano o Druento sarebbe lo stesso. Ricreando un luogo dove ci sia la prima squadra e tutto il settore giovanile, il ragazzo ha l’obiettivo a portata di mano, lo vede, lo tasta. Quando arriva già in primavera può giocare con la prima squadra, e questo aiuta ad avere uno stile uguale e l’essere sparpagliati non è costruttivo. A mio avviso, l’altra squadra di Torino ha fatto una cosa giusta, per quanto una persona possa criticare e non apprezzare il loro stile, come io stesso non apprezzo, è da ammettere che sono stati in grado di creare un luogo così. Se l’hanno fatto loro, che sono la squadra più fredda del mondo, immaginiamo i risultati se potessimo farlo noi che abbiamo molto più calore umano, più senso di appartenenza.


A proposito di questo calore umano che riconosciamo come parte del nostro DNA, in quanto tifosi granata, cosa pensi della spaccatura che, purtroppo, negli ultimi anni si è venuta a creare all’interno della tifoseria?

Io conosco anche altre realtà del tifo e tutto quello che può essere l’aspetto più brutto dell’uomo, il cercare di mangiare sulle cose e sfruttare tutto ciò che può dare un guadagno, è ovunque, ci può essere in questo bar o in ogni attività. Anche in una curva cose del genere possono capitare. Onestamente mai avrei pensato che si potesse arrivare a questo livello perché la Maratona era un simbolo ed era libera. Determinati problemi come esistono qui, sicuramente esistono all’Olimpico di Roma o a San Siro, per fare degli esempi. Quel che è certo è che esistono delle persone preposte al controllo, a garantire la sicurezza, senza fare troppa demagogia: esistono le forze dell’ordine. Per quanto riguarda cose più interne io mi auspico che, nel più breve tempo possibile, la Maratona si possa liberare dal suo giogo anche se, onestamente, non saprei come. Io ho sempre visto tutto dall’esterno, mi sono state dette tante cose, spesso anche in contrasto tra loro, ma non penso che una persona sola possa cambiare il mondo. Sinceramente non sono molto ottimista e col tempo io, come molte altre persone, ho smesso di pensare alla Maratona come ad un simbolo, ma come ad un luogo dove andare con gli amici e star bene, ma è ovvio che ciò che c’era una volta ad oggi non c’è, e non so quando ci sarà di nuovo. E’ un po’ come il Filadelfia, come il Bar Sweet, e purtroppo il calcio moderno non ha aiutato. La televisione ha aiutato molto ma al tempo stesso ha raffreddato gli animi di tante persone, che non hanno più voglia lottare perché magari si fanno una famiglia e si guardano la partita a casa. Sono anche delle opinioni condivisibili, perché ora andare allo stadio diventa difficile. Sentivo Lippi parlare di “ghettizzazione”, di fatti la tessera del tifoso, per quanto possa avere delle sue ragioni, crea una schedatura. Si va a colpire una maggioranza per dei pochi che hanno creato problemi.

“NO al calcio moderno, sempre presenti, NO alla pay tv” è un motto oramai che io ed altri amici abbiamo fatto nostro. Personalmente, io sono una di quelle centinaia di persone coraggiose che ha affrontato il viaggio a Grosseto la settimana scorsa e che, molto probabilmente, seguirà la propria squadra addirittura a Gallipoli a dicembre. Cosa spinge, secondo te, un gruppo così numeroso di persone ad attraversare l’Italia pur di sostenere una squadra che, effettivamente, è quel che è, a seguito di una retrocessione che ha molto di discutibile?

Io sono convinto che il tifoso del Toro, quando è uscito il calendario, è andato subito a vedere quando ci sarebbe stato Gallipoli-Torino. Questa partita sarebbe stata l’unica a cui sarei voluto essere presente sicuramente, al 100%. Perché il tifoso del Toro non tifa la squadra fondamentalmente, se poi i giocatori si dimostrano tali tanto meglio. I tifosi del Toro tifano IL Toro che è un’altra cosa. E’ ovvio che si speri di vincere il campionato di B, dopodiché restare in A, e dopo ancora andare in Uefa, non siamo masochisti. Ma noi tifiamo Toro, un’altra cosa! Se poi Di Michele-Bianchi&Co. si dimostrano degni, tanto meglio davvero. Sono convinto che nessuna squadra avrebbe mai portato 800 tifosi a Grosseto dopo una retrocessione del genere, e noi l’abbiamo fatto. L’abbiamo fatto perché ci sono dei valori che ci accomunano. Il tuo andare a Gallipoli sarà un motivo di vanto anche tra dieci anni. Tra dieci anni magari il Toro sarà in finale di Champions League e tu dirai “ora siamo qui, ma a dicembre 2009 io sono andata a Gallipoli”. Molti ci daranno degli sfigati, io invece penso che siamo i più tosti che ci sono. Noi non siamo i calimero del calcio, noi siamo quelli veri, rappresentiamo un modello un po’ più inglese di vivere il tifo, nel senso di sciarpa, colore ed appartenenza. Tutti questi valori sono talmente “alti, grossi e belli” che poco hanno a che fare con una retrocessione, o con una partita persa in casa, con un giocatore che ha fatto il capitano e se ne va, o con uno come me che dopo sette anni se ne va. Ma chi se ne frega di Fontana, di Rosina, di Cairo o chicchessia. Il Toro è il Toro, e sarà così con o senza tutte queste persone. Che poi ad una persona possano piacere o meno poco importa, meglio così, perché è proprio questo che fomenta questo ardore e questo piacere di continuare a seguire ovunque la propria squadra.

Sette anni al Toro hanno coronato un sogno?

Si. Anche se uno dice “No al calcio moderno” ed una delle piaghe di questo calcio moderno è costituito dalle plusvalenze, un artifizio economico per spostare giocatori e far quadrare bilanci. Io sono andato al Toro per questo, non per una richiesta, probabilmente per il mio valore in quello specifico momento. Ad ogni modo, ovviamente, lo prendo come un segno del destino perché è stato come pescare una pallina bianca in un’urna che ne ha altre cento blu. Senza dubbio è stato il realizzarsi di un sogno, anche perché col tempo, piano piano, ho realizzato di essere nella mia città. Molti miei compagni, nel tempo, mi hanno detto che per rinascere dovevo andare via, perché vedevano su di me troppa pressione, mi vedevano uscire dalla Sisport e volevo rendere conto, mi ritrovavo al bar e parlavo di Toro. Loro, molto probabilmente, non hanno capito che la mia disponibilità sarebbe stata la stessa se avessi fatto sette anni al Palermo. E’ ovvio che sette anni al Toro, nella mia città (perché questa è la mia città, che amo, dove cresceranno i miei figli) costituivano il bello delle mie giornate. Il bello era allenarmi con la maglia granata, il bello era nelle venti volte, poche lo so ma pur sempre venti, in cui ho potuto indossarla sul campo, il bello era poterlo condividere con la gente. Probabilmente si può anche dire che questo è stato uno dei motivi per cui sono andato via perché questo a qualcuno non piaceva. Forse questa cosa veniva vista come un mettere in ombra qualcuno, oppure semplicemente non piaceva che un giocatore venisse definito troppo amico dei tifosi. Questa cosa mi fa sorridere, poiché io non ho mai visto uno striscione né sentito un coro contro un mio collega, i vari Sorrentino, Abbiati, Taibi, Bucci e compagnia mi ricordano con piacere. Avendo questo rapporto con i colleghi di reparto e vedendo che ho passato sette anni in squadra e sono del Toro, si poteva pensare che io giocassi sotto per trovare una sistemazione. Tutto questo non è mai successo e, ripeto, mi fa sorridere. Probabilmente nella vita succedono anche queste cose, io comunque ringrazierò sempre chi mi ha permesso di stare sette anni al Toro. In questo calcio moderno fare così tanti anni nella stessa squadra è un’enormità e, potendoli fare nel mio Toro, mi fa sentire un benedetto del Signore. Poi se avessi potuto rimanerci fino alla fine della carriera sarebbe stato meglio, però va bene così. Non è un problema, magari ci ritornerò in altra veste, chi lo sa.

Hai rimorsi?

Più che rimorsi, rimpianti. Io non sono un prete, ma cerco sempre di avere un buon rapporto con tutti, di mediare, di evitare scontri con le persone con cui non ho un feeling particolare, non vado mai allo scontro. Il rimpianto è di aver trovato un allenatore come De Biasi che, e non ne capisco il motivo, non mi ha mai stimato. E non parlo di una stima calcistica, ma il primo giorno in cui lui è arrivato ha pensato e creduto di avere di fronte uno troppo amico dei tifosi. Mi pare ovvio che il rimpianto maggiore sia che, dopo la salvezza di due anni fa, nell’anno delle mie otto presenze, l’anno in cui ho dato di più e in cui nel mio piccolo ho messo la mia firma per quella salvezza, l’anno scorso io sono tornato terzo portiere con zero minuti giocati. Sono cose che pesano e segnano e, sommandole alla retrocessione, mi hanno fatto capire che probabilmente era arrivato il momento di chiudere la mia esperienza in granata. Non è tanto il rimpianto di averla chiusa nella retrocessione e, quindi, malamente, ma di averla chiusa con zero presenze. Mi è dunque dispiaciuto trovare una persona così superficiale nei miei confronti, che ha sempre dato retta a troppe voci. Se a qualcuno posso piacere come persona, di contropartita c’è chi può dire che sono l’amico dei tifosi, l’amico dei giornalisti. Non si può piacere a tutti. Ci sono tanti guerrieri da tastiera che, nel loro anonimato, hanno scritto di tutto e di più. Mi piacerebbe poter avere un dialogo con loro, perché se una persona fa la spia dei giornalisti, lo fa per un ritorno mediatico immagino. Il mio ritorno mediatico, non dico che è stato pari a zero ma, ogni volta che io non ho giocato articoli su di me io non ne ho visti. E se dovessimo fare un confronto tra gli articoli che, giustamente, sono dedicati a Sereni, che è il primo portiere, e Fontana che ha fatto il terzo, c’è un rapporto di cento a uno. Mi chiedo perché avrei dovuto fare la spia dei giornalisti, insomma: dovrei essere proprio uno stupido. Io lo dico sempre, non si può piacere a tutti! Da quando ho firmato per il Novara ho continuato a ricevere dimostrazioni di affetto da granata, ed ho capito di aver seminato bene.

Questa è l’unica “etichetta” che ti è stata data durante la tua carriera o ce ne sono state altre?

No, è l’unica. Ci sono comunque etichette in positivo o in negativo. In molti possono pensare che io sia un miracolato perché non mi stimano, e stare sette anni al Toro è, dal loro punto di vista, da miracolato. Tanti altri invece pensano che io sia un portiere che ha avuto molto meno di quel che meritava, che ha preferito restare in una piazza che gli offriva poco spazio piuttosto che riproporsi in altri ambienti dove magari avrei avuto più spazio e possibilità di fare carriera.

In che modo hai salutato la tua squadra del cuore? Con un arrivederci?

Di sicuro non con un addio. Io ancora non so cosa farò da grande e sette anni non si possono cancellare. Può darsi che sia un arrivederci in altre vesti. Può essere che dal punto di vista lavorativo non ci si incontri più, ma resterò sempre il “Fontana granata”. Chissà, ce ne saranno altri, ecco ci sarà mio figlio magari.

A registratore spento ride di gusto nel ricordare momenti goliardici ed aneddoti vissuti con i compagni di squadra, in particolare con il compagno di reparto Matteo Sereni…e, lupus in fabula, arriva proprio lui. Perché prima di essere collega, è un amico.
E’ arrivato il momento di togliere il disturbo, il tempo di una foto e vado via consapevole del fatto di aver appena chiacchierato con una persona di cui sicuramente parlerò ai miei figli.

 

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11/08/2009

“A seguito dell’incontro del 4 agosto con il dott. Cairo, ringraziamo tutti i tifosi che a tal fine si sono spesi. Consci che ogni viaggio ha sempre, come inizio un passo, e che ad oggi solo quello è stato fatto, chiamiamo tutti i tifosi Granata di buona volontà e che hanno come fine ridare al nostro Toro dignità, orgoglio e fierezza, a compattarsi e lottare, nell’unico modo che ad oggi risulta opportuno e proficuo, vigilare e dialogare”

Il 4 agosto, a seguito di una lettera recante quasi settemila firme, una delegazione di tifosi ha incontrato il presidente Cairo. L’incontro, svoltosi presso la sisport, è durato oltre due ore. La delegazione era formata da alcuni membri del Direttivo del CCTC, da Presidenti e rappresentanti di Club, da singoli tifosi firmatari della lettera.
All’incontro erano presenti anche rappresentanti di club non firmatari invitati dal presidente Cairo. Inizialmente questa situazione ha creato qualche tensione, risoltasi in breve tempo.
Dopo una breve introduzione e la lettura della lettera, si è passati alla discussione.
Il primo argomento è stata la questione dei biglietti omaggio venduti dai bagarini ogni domenica. Il presidente ha sostenuto di non essere a conoscenza del problema. Su espressa richiesta della delegazione di interrompere ogni emissione di biglietti omaggio e vigilare sul problema, il presidente si è impegnato a fare in modo che questo problema si risolva, bloccando completamente la stampa di biglietti omaggio che non rigidamente nominativi e legati alle esigenze istituzionali della società.
La discussione si è articolata sui punti successivi, quali l’eccessiva snellezza societaria, la delegazione ha prospettato l’assoluta necessità di istituire una figura dirigenziale incaricata dei rapporti con la tifoseria, in grado di risolvere le problematiche cui i tifosi si trovano ad andare incontro. Il presidente si è impegnato a individuare, insieme al direttore Foschi, una figura avente adeguate competenze e capacità.
Punto dibattuto a lungo è stato quello relativo al Filadelfia e al ruolo estremamente marginale giocato sinora dal Torino Fc. E’ stato richiesto un impegno incisivo e costante, destinato a sbloccare la situazione al più presto. E’ stata inoltre contestata alla società l’eccessiva passività riguardo alla programmazione di obiettivi ambiziosi e di stimolo per un rilancio del Toro nel suo complesso. Filadelfia, settore giovanile, centro sportivo.
Abbonamenti e utilizzo dello stadio, è stato ribadito il costo elevato delle tessere, la quasi assenza di promozioni destinate ad attirare e fidelizzare nuove generazioni di tifosi. In merito si è concordata la redazione di un documento (già inviato al Torino) contenente proposte destinate a favorire la frequentazione dello stadio a bambini, giovani, famiglie. Inoltre sono stati esposti i gravi problemi relativi alla difficoltà, in particolare per i tifosi lontani da Torino, per procurarsi biglietti e abbonamenti, è stato proposto l’appoggio ad una banca diffusa su tutto il territorio nazionale per semplificare queste operazioni. La soluzione dei diversi problemi dei tifosi in questo ambito sarà al centro della discussione anche nei prossimi incontri.
I Tori Seduti hanno esposto le difficoltà cui vanno in contro i tifosi disabili ogni volta che utilizzano lo stadio. Anche in questo caso il presidente Cairo ha ribadito di non essere informato riguardo alle reiterate richieste di questi anni. In merito è stato concordato che verrà redatto, a cura dei Tori Seduti, un documento indicante tutte le problematiche riscontrate, che la società lo farà proprio e interverrà in tempo reale per risolverle.
I restanti punti della lettera sono stati toccati e il loro approfondimento è stato rinviato ai prossimi incontri. In merito è stato concordato di stabilire un calendario di incontri tra tifosi e società, che a regime potrebbe avere carattere trimestrale, ma che nella fase iniziale avrà cadenza indicativamente mensile.
Il prossimo incontro è stato fissato per la metà di settembre, avrà come programma la verifica di quanto concordato nell’incontro del 4 agosto, l’approfondimento dei punti restanti, un sistema di regole per gli incontri stessi.
Dopo l’incontro si è svolta una conferenza stampa congiunta nel corso della quale gli esiti dell’incontro sono stati resi noti ai media.
Si ritiene che il confronto sia stato franco, a tratti acceso, ma comunque collaborativo. Da oggi alla metà di settembre, sarà compito dei tifosi del Toro, ricordare al presidente quanto concordato e raccogliere le istanze di tutti coloro che desidereranno dare il loro contributo.

 

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30/07/2009

el Toro al presidente Urbano Cairo

Pubblichiamo il testo della lettera dei tifosi granata al presidente Cairo.
La lettera potrà essere sottoscrittada tutti coloro che vi si riconosceranno.
La sottoscrizione potrà essere effettuata compilando in tutte le sue parti il form sottostante.

Grazie per la collaborazione

Egregio presidente,
poiché ultimamente non perde l’occasione di dichiarare di essere consapevole dei suoi errori, desideriamo darle una mano elencandole dove, secondo noi, ha sbagliato.
Siamo un gran numero di tifosi del Toro, non diciamo tutti perché sarebbe presuntuoso da parte nostra però, come potrà vedere dalle firme, siamo veramente tanti e non “quattro gatti” come lei ama definirci.
Noi siamo quelli che da un bel po’ di tempo le chiedono un progetto.
Noi non siamo quelli che vogliono che lei se ne vada, ma vogliamo che si renda finalmente conto della realtà Torino.
Il Toro siamo noi, non è uno slogan da mettere su un manifesto pubblicitario, è una condizione umana particolare, nella quale molti si trovano invischiati da generazioni.
Chi quest’anno farà l’abbonamento (così come chi non lo farà), soffrirà come sempre per il nostro Toro, perché è l’unica cosa che può fare.
Se si trova in questa situazione è unicamente colpa sua e di seguito le spieghiamo il perché.

Errori del presidente Cairo:

1.
Urbano Cairo, irresponsabilmente, si è sempre disinteressato del gravissimo problema relativo ai biglietti omaggio emessi dal Torino Fc e venduti dai bagarini presenti davanti allo stadio ad ogni partita del Toro, negando la possibilità di acquistare biglietti in modo legale nei posti popolari e creando situazioni di divisione e spaccatura all’interno della tifoseria.
2.
Urbano Cairo è troppo accentratore, finge di delegare e non si fida dei propri collaboratori.
3.
Urbano Cairo crede che una società ben strutturata sia inutile.
4.
Urbano Cairo non si è fin’ora reso conto di quanto siano importanti per il Toro lo stadio Filadelfia, il settore giovanile e un centro sportivo ben attrezzato e possibilmente di proprietà.
5.
Urbano Cairo preferisce comprare i nomi dei giocatori piuttosto che gli uomini giocatori.
6.
Urbano Cairo non vuole nessuno che gli faccia ombra, sia esso giocatore, dirigente o tifoso.
7.
Urbano Cairo persegue la divisione tra i tifosi del Toro, traendone forza e ha iniziato l’opera di eliminazione dei Toro Club.
8.
Urbano Cairo non ha mai ascoltato le legittime richieste dei Tori Seduti che rappresentano tutti i tifosi granata diversamente abili.
9.
Urbano Cairo, nonostante le promesse sul “fare un passo indietro”, non ha ancora cambiato numero di cellulare.
10.
Urbano Cairo fa pagare ai tifosi del Toro gli abbonamenti più cari di tutta la serie B e, considerando la quasi totale mancanza di sconti e promozioni, anche della quasi totalità della serie A.
11.
Urbano Cairo non adotta politiche per incentivare la presenza negli stadi di famiglie e bambini, cosa che ormai fanno tutte le squadre di A, comprese quelle di prima fascia.
12.
Insomma, qual’e’ il vero progetto di Urbano Cairo? Quando uno compra casa pianta un ulivo in giardino; quando uno affitta un pied-aterre, non mette nemmeno il nome sul campanello.

Errori dei tifosi del Toro:

1.
Troppo amore

Noi siamo quelli che le hanno dato tutto quello che potevano, lei tutto ha sprecato, fiducia compresa.
Le chiediamo di rispondere con i fatti ad ogni punto di questa lista, ci rNoi siamo quelli che le hanno dato tutto quello che potevano, lei tutto ha sprecato, fiducia compresa.
Le chiediamo di rispondere con i fatti ad ogni punto di questa lista, ci riserviamo iniziative di contestazione qualora ciò non si realizzasse, a prescindere dai risultati della squadra.
Il suo "popolo degli sms" sicuramente rinnegherà questa lista, le ricordiamo però che quel popolo non rappresenta l'universo della tifoseria granata, che è altresì composta dai sottoscrittori di questo documento.
Ci scusi se siamo stati troppo diretti, ma a noi le parole che girano troppo intorno alle cose non piacciono, anzi a noi troppe parole danno proprio fastidio.

Torino, 24 luglio 2009

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Ricordati di mettere i tuoi dati anagrafici e il tuo indirizzo e se vuoi puoi fare copia incolla di questo:

 

Si, sottoscrivo e concordo tutto ciò che è scritto nella
lettera inviata dai tifosi al Presidente Urbano Cairo

 

mail: cctoroclubs@gmail.com

 

 

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20/07/09 parte prima

 

1994/1995.


Il presidente del Torino Calcio, Calleri, si rifiuta di effettuare i lavori per restituire all'impianto l'agibilità, decide di abbandonare il Filadelfia come sede degli allenamenti della prima squadra e lo dismette cedendolo per un prezzo simbolico alla Fondazione Filadelfia, presieduta da Diego Novelli, che nel frattempo si è costituita.


12 ANNI DI MENZOGNA E DI VERGOGNA


18 Luglio 1997.

La Fondazione Filadelfia fa radere al suolo quasi interamente lo stadio e lancia una sottoscrizione con la vendita dei "mattoni": versando 100.000 Lire si ha diritto ad avere il proprio nome inciso su un mattone dello Stadio.
Viene presentato un progetto e prevista la data dell'inaugurazione: 4 maggio 1999, cinquantenario della Tragedia di Superga. La Fondazione fa credere di avere già i finanziamenti, da parte del Credito Sportivo, per la ricostruzione. Il progetto prevede un complesso polifunzionale da 12000-15000 posti (tutti seduti e coperti), negozi, ristoranti, birrerie, una palestra, minimarket e
addirittura delle strutture residenziali.


1999.

A marzo Diego Novelli annuncia di aver ricevuto una donazione di settanta miliardi da parte di Giuseppe Aghemo imprenditore che da tempo vuole acquistare il Torino. Grazie a questo Novelli decide di ricostruire lo stadio senza l'aiuto del Torino Calcio, ai tempi presieduto da Vidulich, che poi avrebbe pagato l'affitto per lo sfruttamento dell'area.
Arriva il 4 maggio, 50° anniversario di Superga, e si tiene la cerimonia della posa della prima pietra. Ad agosto spunta per la prima volta il nome di Francesco Cimminelli, il finanziatore che sarebbe dietro ad Aghemo. Filtrano le prime indiscrezioni sul nuovo progetto: alcune trattative aperte col ministero permetterebbero di portarlo a 32000-34000 posti.


2000.

L'architetto Alberto Rolla viene incaricato di stilare un nuovo progetto, presentato il 17 ottobre da Francesco Cimminelli e Attilio Romero . Il nuovo stadio occuperà un'area di 73000 metri quadrati, su una zona adiacente al vecchio impianto sportivo. Lo stadio sarà dotato di un tetto semovente, e di una tribuna coperta da 25000 spettatori. Il termine dei lavori è previsto per il 2004, ed il TOROC (il comitato olimpico) comincia a pensare all'idea di disputare le gare di hockey al nuovo Filadelfia. Viene presentato il nuovo progetto di Rolla e si conta di raggiungere le 30.000 unità di capienza. Il
vecchio stadio diventerà un museo della memoria, e la tribuna lignea verrà ricostruita solo per ospitare il museo
Intanto la Fondazione ha ceduto il terreno alla SIS di Francesco Cimminelli neo-proprietario del Torino Calcio, tramite la cessione della “Società Civile Campo Torino” proprietaria del terreno, per l'importo di 140 milioni di lire.


2001.

Affonda in Consiglio Comunale il primo progetto di ristrutturazione presentato da Cimminelli.


2002.

Il Consiglio Comunale delibera la variante parziale al PRG concernente l'area dello stadio Filadelfia tra le vie Spano, Tunisi, Filadelfia, Giordano Bruno, dando via libera a spazi destinati ad utilizzo non sportivo.
Il 19 Dicembre il Filadelfia viene venduto dalla SIS di Francesco Cimminelli al Torino Calcio dello stesso Cimminelli; il costo dell'operazione è di 750.000 euro.
La SIS incassa dieci volte il costo che aveva sostenuto per l'acquisto dalla Fondazione di Novelli. La "Società Civile Campo Torino" proprietaria del terreno viene inglobata nella SIS, scompare e, di conseguenza, viene meno il vincolo societario di utilizzo del terreno a solo scopo sportivo.


2003.

Viene siglato un protocollo d'intesa tra la Città di Torino e il Torino Calcio per disciplinare il recupero delle aree Comunale e Filadelfia. Il consiglio comunale trasferisce al Torino Calcio il diritto di superficie dell'area Stadio Filadelfia e il Torino Calcio cede al Comune la proprietà dell'area stessa.
Il Torino Calcio si impegna a realizzare nell'area Filadelfia un impianto sportivo regolamentare con servizi, tribuna e museo della memoria granata.
Il 9 dicembre in Consiglio Comunale viene approvata la variante.


2004.

Il Comune approva il nuovo progetto di ristrutturazione. Si sviluppa su un’area che è circa la metà dell’originale. Al posto del cortile e del campo di allenamento della Primavera, ci saranno due palazzi e una strada. Il 17 maggio, a fronte delle proteste relative all'insediamento del supermercato Bennet sull'area del Filadelfia, il Comune approva il trasferimento dalla
suddetta area all'area ex-Chinino, circa 10.000 mq su Via Giordano Bruno a pochi passi dal Filadelfia. Su quest'area era previsto un centro di incontro per anziani che non verrà più realizzato.
Il Torino Calcio a seguito della cessione del diritto di superficie al Bennet ed ai palazzinari introita 25 milioni di Euro.


2005.

Il 24 febbraio, via libera in commissione al piano per l'area Filadelfia. Quattro lotti: area ex-Chinino (centro commerciale), due lotti per edifici residenziali, nuovo stadio Filadelfia. Il Comune chiede a Cimminelli, quale garanzia per la ricostruzione del Filadelfia, di iscrivere ipoteca su beni di proprietà Ergom , un capannone industriale e dei posti auto in un centro uffici a Torino, valutati dai
tecnici comunali - a valore di mercato - 4,3 milioni di Euro.
In agosto, Il Torino Calcio di Cimminelli fallisce. Tutto si ferma ancora una volta.


2006.

2 febbraio: l'assessore Elda Tessore, responsabile delle Olimpiadi Invernali, dopo un sopralluogo consiglia di nascondere l'impianto coprendo con alcuni teloni i diroccati muri perimetrali. Non ci riuscirà a seguito delle proteste dei tifosi.

25 maggio: la Giunta Comunale delibera un atto transattivo per sbloccare la situazione Filadelfia. Il Comune torna in possesso del diritto di superficie e si impegna ad iniziare i lavori entro il 1° ottobre. Viene stipulato un accordo tra Comune, il curatore fallimentare e le altre società interessate all'area: Bennet, Mo.Cla. e Italcostruzioni. La Bennet versa un ulteriore milione a favore del Comune o della “costituenda” Fondazione, a favore della ricostruzione del Filadelfia e conferma l'impegno a realizzare un parcheggio sotterraneo sul lato Via Giordano Bruno, a scomputo degli oneri di urbanizzazione, come già previsto negli accordi deliberati nel 2005.

I costruttori e il Bennet versano inoltre 700.000 Euro al curatore fallimentare, poi ridotti il 4 Luglio a 500.000.Quest'ultima somma deve essere accantonata e utilizzata dal Curatore fallimentare per far fronte ad eventuali pretese dell'Agenzia delle Entrare, che si oppone alla transazione, poiché beneficiaria di due ipoteche iscritte sul terreno del Filadelfia e del Comunale, a fronte di debiti
fiscali del Torino Calcio.

Viene ribadito che l'inizio dei lavori per la realizzazione dei palazzi e dell'ipermercato devono essere contestuali all'inizio dei lavori per la ricostruzione del Filadelfia.

Infine il Comune potrà procedere ad escutere le ipoteche da 4,3 milioni iscritte sui beni di proprietà Ergom.


31 luglio: protocollo d’intesa tra il Comune e le imprese titolari dei diritti edificatori, i palazzi verranno costruiti in altre aree.
Il Comune dichiara di aver messo sette milioni a Bilancio per la ricostruzione.

Settembre. Viene istituito un “tavolo di lavoro” che presso l'Assessorato allo Sport del Comune di Torino tiene una serie di incontri tra l'amministrazione comunale, il Torino FC, l'associazione ex-calciatori granata, la Fondazione di Diego Novelli e varie associazioni e gruppi di tifosi, con il fine di creare una nuova Fondazione che possa gestire la ricostruzione del Filadelfia.


2007.

Il 13 Novembre viene modificato il piano regolatore per ufficializzare lo spostamento dei palazzi; nella stessa modifica si predispongono nuovamente 4000 metri quadri di attività commerciali e di ristorazione sull'area dello Stadio Filadelfia, lato Via Giordano Bruno.

Dicembre. Il Bennet inaugura il Centro Commerciale.


2008.

Il Comune accetta lo Statuto della costituenda Fondazione il 23 gennaio e si impegna a conferire 3,5 milioni di Euro, ma solo a lavori in fase avanzata. A questo punto, secondo quanto contenuto nello Statuto, la Fondazione ha un anno di tempo, dal momento della costituzione da effettuarsi con Atto Notarile, per reperire i fondi necessari alla costruzione del nuovo centro sportivo. Al
momento della stesura di detto atto il Comune conferirà alla Fondazione il diritto di superficie dell'area Filadelfia.

Settembre. Il Comune delibera di introitare i 2,3 milioni degli oneri di urbanizzazione e di rinunciare alle opere a scomputo da realizzarsi a cura della soc. Bennet e dei palazzinari:viene deliberato che il parcheggio sotterraneo destinato allo Stadio Fiadelfia non è più necessario.

Ottobre .Il Comune rende noto che sul terreno del Filadelfia e del Comunale risultano iscritte due ipoteche, da 38 milioni cad., ottenute dall'Agenzia delle Entrate per tasse non pagate dal Torino Calcio di Cimminelli. L'Agenzia delle Entrate ha presentato opposizione all'atto di transazione fra Comune e Curatela fallimentare del Torino Calcio, e c'è un giudizio in corso. La Fondazione
non può essere costituita.

A Dicembre il Comune informa che è stato nominato un perito del Tribunale per stabilire il valore dell'Area Filadelfia, perizia che sarà depositata entro il successivo Marzo.


2009.

17 Aprile. Un gruppo di tifosi presenta un esposto alla Corte dei Conti, chiedendo di far chiarezza sulla mancata escussione delle ipoteche iscritte sui beni Ergom (società di Cimminelli nel frattempo acquistata dalla Fiat), escussione che il Comune avrebbe potuto effettuare già dal luglio 2006.

19 Maggio. Il Comune, nel corso di una Commissione consiliare informa che il Tribunale ha dato ragione all'Agenzia delle Entrate ed è obbligato ad ammettere di essere a conoscenza della presenza delle ipoteche iscritte sul diritto di superficie dello Stadio Filadelfia già dal Giugno 2006, prima dell'inizio del “tavolo” per la nascita della nuova Fondazione.

Giugno. Il valore della perizia viene reso pubblico da parte del Comune: il valore globale dell'area è, secondo il perito, 1,8 milioni di Euro totali, compreso alcune aree non gravate da ipoteche, sulle quali è possibile sfruttare commercialmente l'area ( i 4.000 mq deliberati nel novembre 2007)

1 Luglio.
Il Comune offre 800.000 Euro all'Agenzia delle Entrate, per la purgazione (cancellazione) delle Ipoteche.

8 Luglio. L'Agenzia delle Entrate fa sapere che ritiene la cifra “inadeguata” e si apre la possibilità che proceda a richiedere l'esproprio e la messa all'asta dell'area Filadelfia.

18 Luglio 2009
STADIO FILADELFIA :
DOPO 12 ANNI SOLO ROVINE, IMMONDIZIA, ROVI e STERPAGLIE.
16 semplici tifosi, che in questi ultimi mesi si sono occupati di ripulire l'area per renderla visitabile in occasione del 4 maggio, 60° Anniversario della Tragedia di Superga , non appartenenti a gruppi o associazioni, hanno fatto colletta per pubblicare sui quotidiani torinesi un avviso che porti a conoscenza dell'opinione pubblica lo stato attuale dello Stadio Filadelfia, ricordando che sono passati 12 anni dalla demolizione e dalle promesse di immediata ricostruzione.

 

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20/07/09 parte seconda

Pubblichiamo una sintesi di quanto emerso nell'incontro della settimana scorsa e ribadiamo a tutti l'invito a partecipare al prossimo incontro in programma venerdi 24 luglio, sempre alle 21,00, in via Valfenera 8 - TC Borgo Vittoria.

Cogliamo l'occasione per ringraziare tutti coloro che hanno partecipato, sia di presenza, sia con il loro contributo a questa discussione.

Marco Montiglio

Venerdì molti tifosi del Toro si sono riuniti per parlare di Toro, Torino FC e tifosi stessi.
L’incontro era aperto a tutti, club aderenti e no al CCTC, Associazioni, tifosi singoli. Un primo passo di condivisione per la sopravvivenza del Toro e del nostro modo di essere tifosi.
Si è parlato della drammatica condizione in cui ci troviamo e delle molte scelte del Presidente Cairo che hanno contribuito a crearla. Si è parlato della divisione tra i tifosi, mai cosi netta, di quanto il Presidente abbia contribuito a determinarla, di quanto se ne sia avvalso per rafforzare la sua posizione.
Si è condiviso che la strada non deve essere “Cairo vattene”, ma esprimere al presidente sensazioni, bisogni e valori, a lui sconosciuti, ma fondamentali per noi tifosi.
Si è parlato di abbonamenti, prezzi troppo elevati, occasioni mancate, mancanza di promozioni vere, serie, in tutti i settori. Non finte come quella a campagna già aperta, utile principalmente per autosottolineare la generosità presidenziale. In merito agli abbonamenti è emersa la certezza che, gli anni passati, l’attuale campagna e le parole del Presidente avrebbero portato qualsiasi tifoseria “normale” a non rinnovarli. Per nostra natura ci è di fatto preclusa questa scelta, è necessario perciò trovare un segnale differente per esprimere il nostro malcontento.
Si è deciso di stilare un documento riportante gli errori di Cairo, nell’ennesimo tentativo di fargli capire quanto la strada attuale sia devastante per il Toro e i suoi tifosi. Un documento sottoscrivibile da club, gruppi, associazioni e tifosi singoli che vi si riconoscano.
Si è sottolineata la volontà societaria di boicottare ogni forma di aggregazione tra i tifosi, ad esempio negando ai club di effettuare il servizio da sempre offerto ai soci nell’acquisto dell’abbonamento e non aver cercato alcuna via legale che evitasse il colpo finale ai club già penalizzati dalle nuove norme sugli stadi.
Il rischio di veder cancellata ogni forma di aggregazione tra i tifosi, ha spinto a lanciare l’idea di una nuova forma di aggregazione, che ponga i tifosi su un piano di parità con la società e abbia il compito di tutelare gli interessi dei tifosi granata. Non formata da club o associazioni, ma dai singoli tifosi alla quale tutti possano partecipare.
Progetto forse utopico ma che, con l’atipicità dei tifosi granata e la capacità di Torino di far nascere molto di quanto poi si diffonda in Italia, potrebbe pure realizzarsi.
Venerdì 24 luglio al Borgo Vittoria, in Via Valfenera 8, alle 21.00 condivideremo il documento e proseguiremo il discorso.

Torino, 19 luglio 2009

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25/06/09

In attesa che il mercato del Toro prenda forma, i Genetici informano i frequentatori del sito che e' stato effettuato il Bonifico Bancario a favore del comune terremotato di Villa Sant'Angelo con i proventi della vendita del materiale Genetico durante le ultime 2 giornate di campionato.

Un sentito ringraziamento a tutti coloro che ci hanno aiutato!

 

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21/05/2009

 

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8/05/2009

 

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4/05/2009

1949 - 2009

 

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21/04/2009


La Curva Primavera organizza per la trasferta di Firenze in occasione della partita Fiorentina-Torino del 03/05/2009 delle 15,00.
PRENOTAZIONI E INFORMAZIONI: Clicca e scrivici qui oppure contattaci in balconata in occasione di Torino-Catania.

 

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14/03/2009


I Geneticamente Granata organizzzano per
Venerdì 27 Marzo 2009 alle ore 20,30
una cena presso la pizzeria Grande Torino di Corso Rosselli 1b, Torino.
Vi invitiamo ad aderire numerosi alla serata!!!!
Le prenotazioni dovranno pervenire entro la sera di Martedì 24, tramite il nostro forum, in occasione di Torino-Sampdoria di domenica prossima (dove ci troverete a venedere il nostro materiale o in balconata) oppure via email all'indirizzo info@geneticamentegranata.it.

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24/02/2009

Riceviamo e volentieri pubblichiamo un volantino in riferimento al sopralluogo presso il Filadelfia del 3 Marzo.
Invitiamo anche noi a partecipare numerosi all'incontro.


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21/01/2009

NUOVO MATERIALE: LACCETTO PORTACHIAVI!

PER INFORMAZIONI SU COSTI E SPEDIZIONI: materiale@geneticamentegranata.it

Per altro materiale Geneticamente Granata: Clicca qui