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22/12/2009
Ringraziamo
coloro che sono venuti all'apericena nella speranza che tutti siano
rimasti soddisfatti della serata.

Auguri
di buone feste a tutta la tifoseria Granata nella speranza che l'anno
che verra' sia migliore di questo che ci lasciamo alle spalle...
in fondo non crediamo ci voglia molto.
Al presidente
Cairo chiediamo un'oculata ma dispendiosa campagna
acquisti di riparazione necessaria per riportare il Toro nella serie
che gli compete.

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13/12/2009

NATALE
2009 - DOMENICA 20 DICEMBRE
APERICENA GRANATA
I GENETICAMENTE GRANATA invitano tutti i tifosi del TORO
Domenica 20 dicembre dalle ore 18.30 in Via Valfenera
n° 8,
storica sede del Toro Club Borgo Vittoria, per festeggiare il
Natale.
SOLO 13 euro!!
due consumazioni incluse nel prezzo
torte salate, chili con carne,
formaggi, salumi e stuzzichini vari.
vino, birra, bibite ecc.
due dolci... e altro ancora!!!
bambini UNDER 10 ingresso LIBERO
possibilità’ di mangiare anche per vegetariani!
Solo su prenotazione entro e non oltre MERCOLEDI 17
tramite: mail info@geneticamentegranata.it,
in balconata nella Curva Primavera,
oppure telefonando al 347******
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23/10/2009
E' in
corso una raccolta firme per chiedere lo spostamento del Corso Grande
Torino da Giuvelandia al tratto di Corso Sebastopoli chiuso al traffico,
fra Corso Agnelli e Corso Galileo Ferraris.
PUOI
CONTRIBUIRE CLICCANDO QUI
Per partecipare
in maniera piu' attiva
puoi scaricare la LETTERA
e il MODULO
per la raccolta firme.
Inviando
una mail a
corsograndetorino@libero.it
ti verra'
comunicato dove inviare i moduli compilati
Se qualcuno
ha un'attività commerciale e si vuole proporre come punto
di raccolta, meglio ancora!!
NESSUN UTILIZZO VERRA' FATTO DEI DATI INSERITI SE NON PER QUESTA
INIZIATIVA E LA CASELLA MAIL VERRA' CHIUSA NON APPENA TERMINATA
LA RACCOLTA CHE IN LINEA DI MASSIMA PROSEGUIRA' FINO A FINE ANNO.
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28/09/2009
Chi
ci guadagna dalla tessera del tifoso?L'articolo che segue, del 15
settembre 2009, è stato tratto dal blog "Rumor &
Risparmio".
Chi guadagna dalla Tessera del Tifoso?
Sul sito della Lega pro (ex Serie C) abbiamo un elenco di motivi
redatti a scopo di incentivare la richiesta di Tessera del Tifoso,
vi risparmio i primi sette punti che non ci interessano in questa
sede per quanto siano esilaranti vista la loro demenzialità,
concentriamoci piuttosto su:
8. Ottenere una carta di pagamento ricaricabile Visa con un proprio
IBAN senza essere vincolati ad un conto corrente bancario; consente
di ricevere bonifici, accrediti di stipendio e trasferire in real
time denaro da una carta all'altra (card to card);
9. Operare in modo sicuro e veloce ottenendo sempre maggiori servizi
e benefici concreti; premi, merchandising, biglietti, convenzioni
e scoutistica di vario genere;
10. Sostituire il denaro contante: la tessera rappresenta un borsellino
elettronico che consente di fare operazioni di varia natura, acquisti
online, prelevare contanti, trasferire denaro, ricaricare il telefonino.
Dunque per rispondere alla domanda che dà il titolo a questo
post iniziamo col dire le banche. Non a caso già da ora alcune
società calcistiche si sono appoggiate a istituti di credito.
Ad essa è favorevole il presidente della Federazione Italiana
Gioco Calcio, Giancarlo Abete, cioè il fratello di Luigi
Abete vicepresidente dell'Associazione Bancaria Italiana e presidente
della banca romana BNL.
Uno dei due gruppi bancari più importanti del paese è
Intesa Sanpaolo (a cui si è appoggiato il Milan, già
rilasciate oltre 100mila tessere, e la Fiorentina, quest'ultima
tramite la CR Firenze).
Lo stesso istituto è nel patto di sindacato che regge RCS
Mediagroup cioè tutta una serie infinita di quotidiani come
il Corriere della Sera e soprattutto la Gazzetta dello Sport certamente
il più importante giornale sportivo (favorevole anche la
rosea? boh, non la leggo..); ma ad accrescere il business RCS Mediagrop
ci sono anche periodici, libri, broadcast (importanti radio nazionali
e locali), pubblicità, l'agenzia AGR (fornisce notiziari
e contenuti editoriali a radio, televisioni locali e regionali e
a siti internet di primaria importanza nello scenario italiano).
Nello stesso patto di sindacato cito Della Valle visto che abbiamo
nominato la Fiorentina, ma è di Mediobanca la quota più
significativa.
Mediobanca dunque citiamo tra gli uomini più importanti di
essa Geronzi l'ex patron di Capitalia (ora fusa con Unicredito),
uomo e banca che nel calcio sono molto conosciuti visti i rapporti
economici con alcuni presidenti (sbaglio se cito Parma-Tanzi, Lazio-Cragnotti,
Roma-Sensi?).
Uomo molto vicino a Capitalia era Franco Carraro, uomo che in passato
ha fatto un po' di tutto, anche il politico e che recentemente è
stato presidente della Figc e presidente di Mediocreditocentrale,
banca facente parte appunto del gruppo Capitalia.
Tornando
a Mediobanca nella stessa spa c'è tanta gente nota che ha
ruoli di rilievo, da Marina Berlusconi figlia di Silvio (il quale
ha una quota azionaria del 2% circa), alla figlia di Salvatore Ligresti
lui nel patto di sindacato RCS e curiosamente leggo da Wikipedia:
"I suoi avvocati hanno scovato un articolo del codice che fa
tornare immacolata una fedina penale sporca: quando siano passati
almeno cinque anni dall'espiazione della pena e il pregiudicato
«abbia dato prove effettive e costanti di buona condotta».
Ha presentato domanda al Tribunale di sorveglianza di Milano, che
nel settembre 2005 ha accolto la sua richiesta: ora Ligresti è
riabilitato". Domando: ma per i tifosi sarà diverso?
Così dice l'articolo 9 della legge 41/2007.
Ligresti è anche membro del consiglio di amministrazione
del Gruppo Unicredit, dunque torniamo vicini a Geronzi sia per l'affare
Capitalia sia perché Unicredit è socio importante
in Mediobanca. che poi a proposito di figlie in carriera, quella
di Cesare, Chiara Geronzi lavora al Tg5.
Ma dicevamo di Unicredit, nel cda il presidente è Dieter
Rampl (siede anche nel consiglio di sorveglianza di Mediobanca)
e poi un vicepresidente è Berardino Limonati tra le altre
cose consigliere in Telecom e in RCS; un altro doppio consigliere
Unicredit - Telecom Italia è Piero Gnudi e avanti via così
è tutto un intreccio di partecipazioni e uomini con più
cariche. Un rompicapo impressionante che vi risparmio ma se avete
tempo la quantità di intrecci tra le spa che sto menzionando
è davvero intrigante...
Se guardate
questi consigli di amministrazione troverete tanti volti noti, tra
gli altri ex politici e gente che ha subito condanne o se la è
cavata per il rotto della cuffia... della serie se per loro valesse
il Daspo senza processo e solo sulla base di un'accusa non so quanti
cda reggerebbero... ma dicevo, alcuni hanno subito condanne, condanne
vere, mica aver esposto uno striscione non autorizzato.
Comunque
dopo aver nominato un po' di banche (qualcuna delle quali più
o meno direttamente certamente dalla tessera del tifoso avrà
benefici) e i legami con RCS Mediagroup è curioso osservare
come in RCS troviamo anche il gruppo Benetton. Bene, nell'azionariato
di Telecom Italia troviamo le solite Mediobanca e intesa che la
controllano assieme ad altri soggetti tra cui la "ex sintonia"
del gruppo Benetton. Ora la tecnologia applicata alla Tessera del
Tifoso, sistema RFID per trovare la nostra/vostra collocazione con
approssimazione di pochi centimetri è offerta da Telecom
(per tutti?) stando a quel che ho letto almeno per la ex Serie C
dovrebbe essere così (vedi Tuttomercatoweb).
Un'altra società con dentro i Benetton che forse sarà
in affare con la Tessera del Tifoso potrebbe essere Autogrill, "sconti
per i tifosi" in viaggio? O magari per restare in famiglia
Autostrade o Grandi Stazioni spa, però qui siamo alle ipotesi
dunque staremo a vedere.
Insomma ricapitolando possiamo dire che a breve avremo milioni di
italiani che pagheranno una tantum (10 euro gli juventini) per essere
schedati e per chiedere il permesso alla questura di accedere in
luoghi pubblici. Ma i soldi col sistema tessera-del-tifoso-carta-di-credito
continueranno ad uscire lentamente ed inesorabilmente dalle tasche
degli italiani per altri lidi. Pochi spiccioli per volta ripetuti
milioni di volte, all'infinito. Soldi sicuri di fatto facendo niente
visto che una volta partito, il meccanismo fa tutto da solo, o meglio
genera introiti da azioni altrui (quelle dei tifosi) e dalla tecnologia.
Poi come
è ovvio immaginare da questa card ci saranno società
che godranno di benefici indiretti, leggasi le pay-tv che vendono
il business calcio a chi sarà bloccato dalla burocrazia.
Oppure davvero qualcuno pensa che un padre di famiglia sia ben lieto
di chiedere il permesso al questore per lui e suo figlio? Senza
contare che i costi dei biglietti stadio non caleranno (tanto per
dire 26,5 euro per il settore ospiti di Siena-Roma) e ovviamente
chi farà la Tessera per vedersi una o due partite all'anno
dovrà tirare fuori la tantum (10euro a cranio?) dunque per
i tifosi tiepidi l'incidenza del costo Tessera sarà superiore.
(Vero che qualcuno la tantum non la chiede, del resto è sicuro
di rifarsi dopo).
I media oltre che una cronica difficoltà ad andare contro
i centri di influenza del potere politico (la Tessera è figlia
della coppia Amato Maroni) in questa occasione sono direttamente
coinvolti dal punto di vista economico;
aspettarsi tutta la verità da loro è un po' come chiedere
all'oste se il vino è buono...
Casualmente articoli e commenti ostili alla tessera li troviamo
sul Guerin Sportivo da parte del suo direttore Matteo Marani, e
Gianni Mura su Repubblica; soggetti forti ed indipendenti che al
massimo possono irritare qualche inserzionista pubblicitario. E
chissà che pure loro una certa influenza non l'abbiano, voi
trattereste con i guanti i vostri migliori clienti?

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21/09/2009
Novita' 2009-2010



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15/09/2009

4°
MEMORIAL MARIA CLAUDIA COLLINO
IL TORO, I SUOI TIFOSI E LA SOLIDARIETA’.
Il Toro
Club C.T.O. Claudio Sala organizza come ogni anno il Memorial Maria
Claudia Collino la sera di Venerdì 18 Settembre presso lo
stadio Primo Nebiolo del parco Ruffini di Torino, con inizio alle
ore 18.
Il Memorial Maria Claudia Collino è un evento ormai fisso
nella storia recente del Club C.T.O. e della tifoseria granata.
Ha lo scopo sia di non dimenticare Maria Claudia e tutte quelle
giovani vite spezzate dall’utilizzo di un mezzo pericoloso
come la moto, sia di trasformare questo ricordo in un messaggio
educativo per tutti gli adolescenti e le loro famiglie.
Vogliamo
contribuire a diffondere tra i ragazzi questi messaggi:
Si può assolutamente evitare di usare la moto.
Chi non usa la moto non è uno “sfigato” ma è
un saggio.
Se proprio non riesci a fare a meno di usare la moto, guidala con
prudenza e utilizza sempre il casco allacciandolo in modo corretto.
Il Memorial
ha un’altra importante finalità: quella di sensibilizzare
i giovani e gli adulti alla solidarietà, raccogliendo ogni
anno fondi per contribuire a finanziare enti che direttamente ed
indirettamente si occupano dei bambini con problemi e delle loro
famiglie.
Il primo anno gli introiti sono stati devoluti al Bip Bip, il secondo
alla CEPIM, il terzo all’UGI.
Quest’anno l’incasso ottenuto dagli acquisti dei gadget
che verranno proposti e dalla lotteria sempre più ricca di
premi interessanti, verrà devoluto a favore del progetto
sostenuto dall’Associazione AREA G PIEMONTE, che intende dare
sostegno psicoterapeutico agli adolescenti vittime dirette o indirette
di incidenti stradali o domestici. http://www.areag.net
Il Toro
Club C.T.O. con la preziosissima collaborazione della Scuola Calcio
C.B.S. di via Villa Glori n.21, Torino è riuscito ad allestire
una rappresentativa che prenderà il nome di Toro Boys C.T.O.
– C.B.S. e nell’occasione affronterà in un triangolare
le rappresentative degli Esordienti del Torino FC e dell’A.S.
Pecetto che anche quest’anno hanno dimostrato una meravigliosa
e sentita disponibilità.
Seguirà
una partita secca tra le rappresentative senior del Toro Club CTO
Claudio Sala, e del Punt Masin – Toro News.
Il Punt Masin – Toro News entrerà in campo indossando
le maglie dell’associazione “Forza l’Aquila”
alla quale a fine primavera il Toro Club C.T.O. ha devoluto una
somma raccolta all’interno dell’ Ospedale.
Saranno presenti Antonino Asta come allenatore in seconda dei Toro
Boys C.T.O. – C.B.S., il mentore del nostro Club Claudio Sala
e Patrizio Sala che premieranno le rappresentative “junior”
e “senjor”.
E’ assai probabile la partecipazione del presidente Cairo
e di calciatori della Primavera del Torino F.C.
L’entrata è a offerta libera.
Oltre all’impegno di tanti fratelli dei Toro Club che aderiscono
all’evento è da sottolineare l’aiuto economico
importante che ci è stato dato, al fine di coprire parte
delle spese organizzative, dalla ditta SERIST S.P.A. (Filiale Piemonte
presso il C.T.O./MARIA ADELAIDE).
Verranno venduti alcuni gadget dei Club partecipanti e si terrà
una lotteria con premi in palio anch’essi offerti come gesto
di solidarietà da alcuni sponsor del Torino Club C.T.O. Claudio
Sala: California Records di Antonio Costa & C. ( Via Bistolfi
n.94 - La Loggia), LOGHO Srl di Luca e Alberto di Moncalieri, Aurora
Assicurazioni Agenzia Quaglia e Crose di Torino ( C.so Duca Degli
Abruzzi, 15) Reale Mutua Assicurazioni (Agenzia Carducci) di P.za
Carducci n.122 Torino, Società AGOS con 4 filiali in Torino.
L’Agos inoltre garantirà una graditissima sorpresa
per due o tre dei partecipanti tra il pubblico, in vista del successivo
incontro casalingo del Toro.
Nella settimana successiva al Memorial sarà messa all’asta
su eBay la maglia autografata di Rolando Bianchi.
Ringraziamo fin d’ora il nostro bomber ed il Responsabile
Sanitario del Torino F. C. dr. Gianluca Stesina per essersene occupato.
L’evento ha regalato ogni anno ai partecipanti particolari
e forti emozioni legate anche e soprattutto allo sport del Calcio
e al simbolo del TORO. Quest’anno c’è ancora
qualcosa di più e siamo certi che chi aderirà se ne
renderà conto.
Vi aspettiamo
Guido Regis
Presidente del Toro Club C.T.O. Claudio Sala
http://www.torinoclubcto.com
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31/08/2009
Ringraziamo
Sara Di Lorenzo per la prima di numerose interviste che appariranno
sul nostro sito, ringraziamo ovviamente anche Jimmy per la consueta
disponibilita'.
Per
chi ha piacere Sara ha aggiunto un nuovo "scritto" nella
sezione racconti.

Se sei
un calciatore (portiere, pardon) amatissimo dai tifosi, tutti parlano
te. Il più delle volte a sproposito.
Ora Alberto Maria Fontana, detto Jimmy, è seduto davanti
a me sorseggiando un succo di frutta e ci tiene a precisare che
non è un “calciatore” ma un portiere. Se vi siete
mai chiesti chi è veramente Jimmy Fontana, vi rispondo che
non è solo un ex portiere della nostra squadra del cuore.
E’ un padre di famiglia a cui sorridono gli occhi nel parlare
della sua Eleonora e dei suoi figli. Un personaggio noto della nostra
città che, pur sapendo che si sarebbe trovato di fronte ad
una tifosa curiosa e non ad una giornalista, ha deciso di incontrami
e rispondere alle mie domande. E lo fa con serietà, perché
lui le cose le affronta così. Anche questa chiacchierata.
Jimmy è una di quelle persone che definiresti limpida, e
lo si capisce anche solo da uno sguardo. Corretto e premuroso nel
telefonarti per chiedere scusa per il ritardo con cui sicuramente
si presenterà all’appuntamento. A dire il vero arriverà
addirittura in anticipo ma non glielo farò notare….
Di
interviste ne hai fatte tante, cosa ti aspetti che io ti chieda?
Qualcosa che ti viene sempre chiesto.
Se mi
avessi fatto questa domanda prima di andare via dal Toro ti avrei
risposto probabilmente “Come ci si sente a giocare nella squadra
per cui fai il tifo, quella per cui si tifa sin da bambini?”
questa è la domanda che mi è sempre stata posta prima
che io andassi via. Ora la domanda è “E’ cambiato
qualcosa? Ti manca il mondo granata ora che sei a Novara?”
Ne
approfitto allora: ti manca il Toro?
Mi manca,
si. Mi manca nel senso che cerco di scindere tutto ciò che
rappresenta l’aspetto professionale da quello della fede e
del tifo. Quindi, ovviamente, l’aspetto professionale non
mi manca perché io faccio il calciatore ed ho trovato un
nuovo gruppo, nuovi stimoli, un’altra categoria, altri obiettivi.
E’ ovvio che tutto quello che è il mondo granata mi
manca molto, sette anni sono tanti. Mi mancano i compagni, tutto
l’ambiente granata, i tifosi, il fatto di ogni 3 per 2 ritrovarmi
per la mia città a dover parlare di Toro. Ma alla fine io
sono di Torino, rimarrò di Torino anche quando la mia parentesi
da calciatore finirà e rimarrà quella da tifoso. Posso
dire quindi che una cosa è “eterna” e l’altra
è limitata nel tempo.
Mi
attacco alle singole parole. Hai detto “sono un calciatore”.
Sei un calciatore o sei un portiere? Voglio dire, dire “calciatore”
può essere ricollegato ad uno stereotipo stile calciatore-velina
e non ad una persona che ricopre un ruolo al di fuori del quale
è una persona come tantissime altre. Qual è la differenza?
La differenza
è abissale. Se la mettiamo in questi termini ti dico che
non sono un calciatore, io sono un portiere. Io non giudico, non
condanno i miei colleghi però è ovvio che lo stereotipo
del calciatore in quanto giovane, famoso, economicamente ben messo
possa a volte far perdere la testa. Questo a me non è successo
fondamentalmente per due motivi: un po’ per i valori che ho
avuto sin da piccolo che mi hanno fatto crescere facendo la gavetta
nel calcio, dando peso a tante cose che molti miei colleghi avendo
avuto tutto e subito non hanno mai affrontato. Ed un po’ perché
non ho guadagnato cifre che a qualcuno avrebbero potuto far perdere
la testa. Dubito che a me sarebbe potuto accadere, ma non ho la
controprova quindi non voglio fare il chierichetto. Io sono contento
così, ho una bella famiglia e mi capita spesso e volentieri
di sentire compagni che hanno storie che finiscono presto. Penso
che ci siano delle cose che vanno al di là di una carriera
che può durare fino ai 35-37 anni, poiché ci sono
dei valori che rimangono anche oltre il mondo del calcio.
Tu
pensi che questo stereotipo che si è creato abbia spinto
tanti ragazzi ad intraprendere la strada del calcio giusto per questa
illusione che viene data, o credi ancora che ci sia una faccia pulita
del sogno del bambino che si avvicina al mondo del calcio?
Sarò
molto onesto, soprattutto perché ho una scuola calcio e noto
molte cose. Il piacere del bambino di giocare e partire con l’idea
di diventare un calciatore può finire quasi subito. In questo
intervengono molto i genitori. E’ capitato delle volte, nella
mia scuola calcio, che alcuni genitori venissero a chiedere previsioni
o giudizi su bambini di 8-9-10 anni. In questi casi il bambino perde
quella che è la visione delle cose, di quello che dev’essere
solo un gioco. Questo lo so perché spesso e volentieri quando
parlo con i miei ragazzi o vado nelle scuole, nei club, la prima
domanda che mi viene fatta è: “Che macchina hai?”
la seconda: “Quanto guadagni?”. Questo è il messaggio
che al bambino viene dall’esterno e sono sicuro che su 100
bambini che iniziano a giocare a calcio, non voglio dire 99 ma,
la stragrande maggioranza ha l’illusione dello stereotipo
calciatore-velina. E il discorso sicuramente si può anche
estendere alle bambine, è un discorso che io condanno. Quest’anno
mio figlio andrà a giocare nel Toro ed io gli farò
capire determinate cose. La prima cosa che gli ho detto è
di non pensare di diventare calciatore perché è una
cosa difficilissima. Ho piacere che faccia questa esperienza perché
vivere il calcio lo porta fuori dalle problematiche che si possono
avere essendo un ragazzo. Fargli credere che vivrà in un
mondo stellato sin dall’inizio ed arriverà in alto
è sicuramente un messaggio sbagliato.
Da padre, cosa farai perché lui capisca che deve fare
il portiere piuttosto che il difensore, centrocampista o attaccante,
e non il “calciatore”?
Innanzitutto
cercherò di rimanere il più distante possibile da
quello che sarà il suo mondo. Questo perché già
negli anni scorsi ho notato, quando non era ancora al Toro ma in
un’altra squadra più piccola qui a Torino, che lui
non era Tommaso ma era il figlio di Fontana. Il mio restare il più
possibile dietro le quinte per lui sarà già un grande
aiuto. Tutti i consigli che gli potrò dare sicuramente glieli
darò. Se hai fatto il calciatore e tuo figlio ha la stessa
aspirazione puoi dargli i consigli perché hai vissuto la
situazione, esattamente come chi nella vita ha fatto il ferramenta
può insegnare al figlio che vuole aprire una ferramenta come
districarsi nella situazione. Sicuramente cercherò di fargli
capire determinate cose, perché io stesso ho vissuto sulla
mia pelle che è difficilissimo arrivare, che quello del calcio
è un mondo effimero. Noi vediamo solo quella che è
la punta di un iceberg, quindi la serie A ed i grandi calciatori
ma nel sottobosco ci sono tantissimi professionisti che hanno stipendi
normali, che magari pensano al futuro, che arrivano a 35 anni, avendo
vissuto una vita tutto sommato normale, e devono cambiare lavoro.
Lo sappiamo che nel mondo del lavoro attuale non è semplice
pensare di arrivare a 35-37 anni e cambiare totalmente lavoro.
Parlando
del binomio giovani-calcio, ti chiedo un commento spassionato su
quello che è il vivaio granata e la scuola calcio giovanile
del Toro dal tuo punto di vista.
Io, come
altri, ho avuto modo di fare un confronto schiacciante tra quello
che è il mondo granata di adesso e quello che era. Questo
perché sono nato sopra il Filadelfia ed ho visto che è
stata la scuola calcio più importante d’Italia, quella
che ha portato più frutti e più giovani in serie A,
in poche parole: ho visto il massimo. E poi ho visto anche quello
che, forse, è il momento più difficile di un settore
giovanile, non solo per quello del Toro: fallire e ricominciare
da zero. Non è semplice. Io penso che le due persone che
ora sono preposte a gestire il settore giovanile siano due professionisti
validi e di un certo spessore. Ricostruire una squadra come ha fatto
il Toro nel 2005 vincendo subito il campionato di serie B e come
ha fatto ora, ad onore delle cronache, il Gallipoli in due giorni
si può fare. E’ dura ma si può fare. Per il
settore giovanile non è proprio così; ha bisogno di
un ciclo temporale molto più lungo. Senza dubbio nel settore
giovanile si deve investire ed è inevitabile che se il Toro,
rispetto ad altre squadre, in questo settore ha delle risorse limitate
parte svantaggiato. Un altro aspetto è dato da quel che si
ricavava dal Filadelfia. Non tanto per il Filadelfia in sé
perché è un discorso a parte, e poi ci danno anche
dei patetici, ma proprio per il discorso di prima squadra vicino
alla primavera. Il contatto è fondamentale e si può
fare dappertutto, se si può fare al Fila tanto meglio, ma
se potessimo farlo a Grugliasco, piuttosto che ad Orbassano o Druento
sarebbe lo stesso. Ricreando un luogo dove ci sia la prima squadra
e tutto il settore giovanile, il ragazzo ha l’obiettivo a
portata di mano, lo vede, lo tasta. Quando arriva già in
primavera può giocare con la prima squadra, e questo aiuta
ad avere uno stile uguale e l’essere sparpagliati non è
costruttivo. A mio avviso, l’altra squadra di Torino ha fatto
una cosa giusta, per quanto una persona possa criticare e non apprezzare
il loro stile, come io stesso non apprezzo, è da ammettere
che sono stati in grado di creare un luogo così. Se l’hanno
fatto loro, che sono la squadra più fredda del mondo, immaginiamo
i risultati se potessimo farlo noi che abbiamo molto più
calore umano, più senso di appartenenza.
A proposito di questo calore umano che riconosciamo come parte
del nostro DNA, in quanto tifosi granata, cosa pensi della spaccatura
che, purtroppo, negli ultimi anni si è venuta a creare all’interno
della tifoseria?
Io conosco
anche altre realtà del tifo e tutto quello che può
essere l’aspetto più brutto dell’uomo, il cercare
di mangiare sulle cose e sfruttare tutto ciò che può
dare un guadagno, è ovunque, ci può essere in questo
bar o in ogni attività. Anche in una curva cose del genere
possono capitare. Onestamente mai avrei pensato che si potesse arrivare
a questo livello perché la Maratona era un simbolo ed era
libera. Determinati problemi come esistono qui, sicuramente esistono
all’Olimpico di Roma o a San Siro, per fare degli esempi.
Quel che è certo è che esistono delle persone preposte
al controllo, a garantire la sicurezza, senza fare troppa demagogia:
esistono le forze dell’ordine. Per quanto riguarda cose più
interne io mi auspico che, nel più breve tempo possibile,
la Maratona si possa liberare dal suo giogo anche se, onestamente,
non saprei come. Io ho sempre visto tutto dall’esterno, mi
sono state dette tante cose, spesso anche in contrasto tra loro,
ma non penso che una persona sola possa cambiare il mondo. Sinceramente
non sono molto ottimista e col tempo io, come molte altre persone,
ho smesso di pensare alla Maratona come ad un simbolo, ma come ad
un luogo dove andare con gli amici e star bene, ma è ovvio
che ciò che c’era una volta ad oggi non c’è,
e non so quando ci sarà di nuovo. E’ un po’ come
il Filadelfia, come il Bar Sweet, e purtroppo il calcio moderno
non ha aiutato. La televisione ha aiutato molto ma al tempo stesso
ha raffreddato gli animi di tante persone, che non hanno più
voglia lottare perché magari si fanno una famiglia e si guardano
la partita a casa. Sono anche delle opinioni condivisibili, perché
ora andare allo stadio diventa difficile. Sentivo Lippi parlare
di “ghettizzazione”, di fatti la tessera del tifoso,
per quanto possa avere delle sue ragioni, crea una schedatura. Si
va a colpire una maggioranza per dei pochi che hanno creato problemi.
“NO
al calcio moderno, sempre presenti, NO alla pay tv” è
un motto oramai che io ed altri amici abbiamo fatto nostro. Personalmente,
io sono una di quelle centinaia di persone coraggiose che ha affrontato
il viaggio a Grosseto la settimana scorsa e che, molto probabilmente,
seguirà la propria squadra addirittura a Gallipoli a dicembre.
Cosa spinge, secondo te, un gruppo così numeroso di persone
ad attraversare l’Italia pur di sostenere una squadra che,
effettivamente, è quel che è, a seguito di una retrocessione
che ha molto di discutibile?
Io sono
convinto che il tifoso del Toro, quando è uscito il calendario,
è andato subito a vedere quando ci sarebbe stato Gallipoli-Torino.
Questa partita sarebbe stata l’unica a cui sarei voluto essere
presente sicuramente, al 100%. Perché il tifoso del Toro
non tifa la squadra fondamentalmente, se poi i giocatori si dimostrano
tali tanto meglio. I tifosi del Toro tifano IL Toro che è
un’altra cosa. E’ ovvio che si speri di vincere il campionato
di B, dopodiché restare in A, e dopo ancora andare in Uefa,
non siamo masochisti. Ma noi tifiamo Toro, un’altra cosa!
Se poi Di Michele-Bianchi&Co. si dimostrano degni, tanto meglio
davvero. Sono convinto che nessuna squadra avrebbe mai portato 800
tifosi a Grosseto dopo una retrocessione del genere, e noi l’abbiamo
fatto. L’abbiamo fatto perché ci sono dei valori che
ci accomunano. Il tuo andare a Gallipoli sarà un motivo di
vanto anche tra dieci anni. Tra dieci anni magari il Toro sarà
in finale di Champions League e tu dirai “ora siamo qui, ma
a dicembre 2009 io sono andata a Gallipoli”. Molti ci daranno
degli sfigati, io invece penso che siamo i più tosti che
ci sono. Noi non siamo i calimero del calcio, noi siamo quelli veri,
rappresentiamo un modello un po’ più inglese di vivere
il tifo, nel senso di sciarpa, colore ed appartenenza. Tutti questi
valori sono talmente “alti, grossi e belli” che poco
hanno a che fare con una retrocessione, o con una partita persa
in casa, con un giocatore che ha fatto il capitano e se ne va, o
con uno come me che dopo sette anni se ne va. Ma chi se ne frega
di Fontana, di Rosina, di Cairo o chicchessia. Il Toro è
il Toro, e sarà così con o senza tutte queste persone.
Che poi ad una persona possano piacere o meno poco importa, meglio
così, perché è proprio questo che fomenta questo
ardore e questo piacere di continuare a seguire ovunque la propria
squadra.
Sette
anni al Toro hanno coronato un sogno?
Si. Anche
se uno dice “No al calcio moderno” ed una delle piaghe
di questo calcio moderno è costituito dalle plusvalenze,
un artifizio economico per spostare giocatori e far quadrare bilanci.
Io sono andato al Toro per questo, non per una richiesta, probabilmente
per il mio valore in quello specifico momento. Ad ogni modo, ovviamente,
lo prendo come un segno del destino perché è stato
come pescare una pallina bianca in un’urna che ne ha altre
cento blu. Senza dubbio è stato il realizzarsi di un sogno,
anche perché col tempo, piano piano, ho realizzato di essere
nella mia città. Molti miei compagni, nel tempo, mi hanno
detto che per rinascere dovevo andare via, perché vedevano
su di me troppa pressione, mi vedevano uscire dalla Sisport e volevo
rendere conto, mi ritrovavo al bar e parlavo di Toro. Loro, molto
probabilmente, non hanno capito che la mia disponibilità
sarebbe stata la stessa se avessi fatto sette anni al Palermo. E’
ovvio che sette anni al Toro, nella mia città (perché
questa è la mia città, che amo, dove cresceranno i
miei figli) costituivano il bello delle mie giornate. Il bello era
allenarmi con la maglia granata, il bello era nelle venti volte,
poche lo so ma pur sempre venti, in cui ho potuto indossarla sul
campo, il bello era poterlo condividere con la gente. Probabilmente
si può anche dire che questo è stato uno dei motivi
per cui sono andato via perché questo a qualcuno non piaceva.
Forse questa cosa veniva vista come un mettere in ombra qualcuno,
oppure semplicemente non piaceva che un giocatore venisse definito
troppo amico dei tifosi. Questa cosa mi fa sorridere, poiché
io non ho mai visto uno striscione né sentito un coro contro
un mio collega, i vari Sorrentino, Abbiati, Taibi, Bucci e compagnia
mi ricordano con piacere. Avendo questo rapporto con i colleghi
di reparto e vedendo che ho passato sette anni in squadra e sono
del Toro, si poteva pensare che io giocassi sotto per trovare una
sistemazione. Tutto questo non è mai successo e, ripeto,
mi fa sorridere. Probabilmente nella vita succedono anche queste
cose, io comunque ringrazierò sempre chi mi ha permesso di
stare sette anni al Toro. In questo calcio moderno fare così
tanti anni nella stessa squadra è un’enormità
e, potendoli fare nel mio Toro, mi fa sentire un benedetto del Signore.
Poi se avessi potuto rimanerci fino alla fine della carriera sarebbe
stato meglio, però va bene così. Non è un problema,
magari ci ritornerò in altra veste, chi lo sa.
Hai
rimorsi?
Più
che rimorsi, rimpianti. Io non sono un prete, ma cerco sempre di
avere un buon rapporto con tutti, di mediare, di evitare scontri
con le persone con cui non ho un feeling particolare, non vado mai
allo scontro. Il rimpianto è di aver trovato un allenatore
come De Biasi che, e non ne capisco il motivo, non mi ha mai stimato.
E non parlo di una stima calcistica, ma il primo giorno in cui lui
è arrivato ha pensato e creduto di avere di fronte uno troppo
amico dei tifosi. Mi pare ovvio che il rimpianto maggiore sia che,
dopo la salvezza di due anni fa, nell’anno delle mie otto
presenze, l’anno in cui ho dato di più e in cui nel
mio piccolo ho messo la mia firma per quella salvezza, l’anno
scorso io sono tornato terzo portiere con zero minuti giocati. Sono
cose che pesano e segnano e, sommandole alla retrocessione, mi hanno
fatto capire che probabilmente era arrivato il momento di chiudere
la mia esperienza in granata. Non è tanto il rimpianto di
averla chiusa nella retrocessione e, quindi, malamente, ma di averla
chiusa con zero presenze. Mi è dunque dispiaciuto trovare
una persona così superficiale nei miei confronti, che ha
sempre dato retta a troppe voci. Se a qualcuno posso piacere come
persona, di contropartita c’è chi può dire che
sono l’amico dei tifosi, l’amico dei giornalisti. Non
si può piacere a tutti. Ci sono tanti guerrieri da tastiera
che, nel loro anonimato, hanno scritto di tutto e di più.
Mi piacerebbe poter avere un dialogo con loro, perché se
una persona fa la spia dei giornalisti, lo fa per un ritorno mediatico
immagino. Il mio ritorno mediatico, non dico che è stato
pari a zero ma, ogni volta che io non ho giocato articoli su di
me io non ne ho visti. E se dovessimo fare un confronto tra gli
articoli che, giustamente, sono dedicati a Sereni, che è
il primo portiere, e Fontana che ha fatto il terzo, c’è
un rapporto di cento a uno. Mi chiedo perché avrei dovuto
fare la spia dei giornalisti, insomma: dovrei essere proprio uno
stupido. Io lo dico sempre, non si può piacere a tutti! Da
quando ho firmato per il Novara ho continuato a ricevere dimostrazioni
di affetto da granata, ed ho capito di aver seminato bene.
Questa
è l’unica “etichetta” che ti è stata
data durante la tua carriera o ce ne sono state altre?
No, è
l’unica. Ci sono comunque etichette in positivo o in negativo.
In molti possono pensare che io sia un miracolato perché
non mi stimano, e stare sette anni al Toro è, dal loro punto
di vista, da miracolato. Tanti altri invece pensano che io sia un
portiere che ha avuto molto meno di quel che meritava, che ha preferito
restare in una piazza che gli offriva poco spazio piuttosto che
riproporsi in altri ambienti dove magari avrei avuto più
spazio e possibilità di fare carriera.
In
che modo hai salutato la tua squadra del cuore? Con un arrivederci?
Di sicuro
non con un addio. Io ancora non so cosa farò da grande e
sette anni non si possono cancellare. Può darsi che sia un
arrivederci in altre vesti. Può essere che dal punto di vista
lavorativo non ci si incontri più, ma resterò sempre
il “Fontana granata”. Chissà, ce ne saranno altri,
ecco ci sarà mio figlio magari.
A registratore
spento ride di gusto nel ricordare momenti goliardici ed aneddoti
vissuti con i compagni di squadra, in particolare con il compagno
di reparto Matteo Sereni…e, lupus in fabula, arriva proprio
lui. Perché prima di essere collega, è un amico.
E’ arrivato il momento di togliere il disturbo, il tempo di
una foto e vado via consapevole del fatto di aver appena chiacchierato
con una persona di cui sicuramente parlerò ai miei figli.
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11/08/2009
“A
seguito dell’incontro del 4 agosto con il dott. Cairo, ringraziamo
tutti i tifosi che a tal fine si sono spesi. Consci che ogni viaggio
ha sempre, come inizio un passo, e che ad oggi solo quello è
stato fatto, chiamiamo tutti i tifosi Granata di buona volontà
e che hanno come fine ridare al nostro Toro dignità, orgoglio
e fierezza, a compattarsi e lottare, nell’unico modo che ad
oggi risulta opportuno e proficuo, vigilare e dialogare”
Il
4 agosto, a seguito di una lettera recante quasi settemila firme,
una delegazione di tifosi ha incontrato il presidente Cairo. L’incontro,
svoltosi presso la sisport, è durato oltre due ore. La delegazione
era formata da alcuni membri del Direttivo del CCTC, da Presidenti
e rappresentanti di Club, da singoli tifosi firmatari della lettera.
All’incontro erano presenti anche rappresentanti di club non
firmatari invitati dal presidente Cairo. Inizialmente questa situazione
ha creato qualche tensione, risoltasi in breve tempo.
Dopo una breve introduzione e la lettura della lettera, si è
passati alla discussione.
Il primo argomento è stata la questione dei biglietti omaggio
venduti dai bagarini ogni domenica. Il presidente ha sostenuto di
non essere a conoscenza del problema. Su espressa richiesta della
delegazione di interrompere ogni emissione di biglietti omaggio
e vigilare sul problema, il presidente si è impegnato a fare
in modo che questo problema si risolva, bloccando completamente
la stampa di biglietti omaggio che non rigidamente nominativi e
legati alle esigenze istituzionali della società.
La discussione si è articolata sui punti successivi, quali
l’eccessiva snellezza societaria, la delegazione ha prospettato
l’assoluta necessità di istituire una figura dirigenziale
incaricata dei rapporti con la tifoseria, in grado di risolvere
le problematiche cui i tifosi si trovano ad andare incontro. Il
presidente si è impegnato a individuare, insieme al direttore
Foschi, una figura avente adeguate competenze e capacità.
Punto dibattuto a lungo è stato quello relativo al Filadelfia
e al ruolo estremamente marginale giocato sinora dal Torino Fc.
E’ stato richiesto un impegno incisivo e costante, destinato
a sbloccare la situazione al più presto. E’ stata inoltre
contestata alla società l’eccessiva passività
riguardo alla programmazione di obiettivi ambiziosi e di stimolo
per un rilancio del Toro nel suo complesso. Filadelfia, settore
giovanile, centro sportivo.
Abbonamenti e utilizzo dello stadio, è stato ribadito il
costo elevato delle tessere, la quasi assenza di promozioni destinate
ad attirare e fidelizzare nuove generazioni di tifosi. In merito
si è concordata la redazione di un documento (già
inviato al Torino) contenente proposte destinate a favorire la frequentazione
dello stadio a bambini, giovani, famiglie. Inoltre sono stati esposti
i gravi problemi relativi alla difficoltà, in particolare
per i tifosi lontani da Torino, per procurarsi biglietti e abbonamenti,
è stato proposto l’appoggio ad una banca diffusa su
tutto il territorio nazionale per semplificare queste operazioni.
La soluzione dei diversi problemi dei tifosi in questo ambito sarà
al centro della discussione anche nei prossimi incontri.
I Tori Seduti hanno esposto le difficoltà cui vanno in contro
i tifosi disabili ogni volta che utilizzano lo stadio. Anche in
questo caso il presidente Cairo ha ribadito di non essere informato
riguardo alle reiterate richieste di questi anni. In merito è
stato concordato che verrà redatto, a cura dei Tori Seduti,
un documento indicante tutte le problematiche riscontrate, che la
società lo farà proprio e interverrà in tempo
reale per risolverle.
I restanti punti della lettera sono stati toccati e il loro approfondimento
è stato rinviato ai prossimi incontri. In merito è
stato concordato di stabilire un calendario di incontri tra tifosi
e società, che a regime potrebbe avere carattere trimestrale,
ma che nella fase iniziale avrà cadenza indicativamente mensile.
Il prossimo incontro è stato fissato per la metà di
settembre, avrà come programma la verifica di quanto concordato
nell’incontro del 4 agosto, l’approfondimento dei punti
restanti, un sistema di regole per gli incontri stessi.
Dopo l’incontro si è svolta una conferenza stampa congiunta
nel corso della quale gli esiti dell’incontro sono stati resi
noti ai media.
Si ritiene che il confronto sia stato franco, a tratti acceso, ma
comunque collaborativo. Da oggi alla metà di settembre, sarà
compito dei tifosi del Toro, ricordare al presidente quanto concordato
e raccogliere le istanze di tutti coloro che desidereranno dare
il loro contributo.
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30/07/2009
el
Toro al presidente Urbano Cairo
Pubblichiamo
il testo della lettera dei tifosi granata al presidente Cairo.
La lettera potrà essere sottoscrittada tutti coloro
che vi si riconosceranno.
La sottoscrizione potrà essere effettuata compilando
in tutte le sue parti il form sottostante.
Grazie per la collaborazione |
Egregio
presidente,
poiché ultimamente non perde loccasione di dichiarare
di essere consapevole dei suoi errori, desideriamo darle una mano
elencandole dove, secondo noi, ha sbagliato.
Siamo un gran numero di tifosi del Toro, non diciamo tutti perché
sarebbe presuntuoso da parte nostra però, come potrà
vedere dalle firme, siamo veramente tanti e non quattro gatti
come lei ama definirci.
Noi siamo quelli che da un bel po di tempo le chiedono un
progetto.
Noi non siamo quelli che vogliono che lei se ne vada, ma vogliamo
che si renda finalmente conto della realtà Torino.
Il Toro siamo noi, non è uno slogan da mettere su un manifesto
pubblicitario, è una condizione umana particolare, nella
quale molti si trovano invischiati da generazioni.
Chi questanno farà labbonamento (così
come chi non lo farà), soffrirà come sempre per il
nostro Toro, perché è lunica cosa che può
fare.
Se si trova in questa situazione è unicamente colpa sua e
di seguito le spieghiamo il perché.
Errori
del presidente Cairo:
1. |
Urbano
Cairo, irresponsabilmente, si è sempre disinteressato
del gravissimo problema relativo ai biglietti omaggio emessi
dal Torino Fc e venduti dai bagarini presenti davanti allo
stadio ad ogni partita del Toro, negando la possibilità
di acquistare biglietti in modo legale nei posti popolari
e creando situazioni di divisione e spaccatura allinterno
della tifoseria. |
2.
|
Urbano
Cairo è troppo accentratore, finge di delegare e non
si fida dei propri collaboratori. |
3.
|
Urbano
Cairo crede che una società ben strutturata sia inutile. |
4.
|
Urbano
Cairo non si è finora reso conto di quanto siano
importanti per il Toro lo stadio Filadelfia, il settore giovanile
e un centro sportivo ben attrezzato e possibilmente di proprietà. |
5.
|
Urbano
Cairo preferisce comprare i nomi dei giocatori piuttosto che
gli uomini giocatori. |
6.
|
Urbano
Cairo non vuole nessuno che gli faccia ombra, sia esso giocatore,
dirigente o tifoso. |
7.
|
Urbano
Cairo persegue la divisione tra i tifosi del Toro, traendone
forza e ha iniziato lopera di eliminazione dei Toro
Club. |
8.
|
Urbano
Cairo non ha mai ascoltato le legittime richieste dei Tori
Seduti che rappresentano tutti i tifosi granata diversamente
abili. |
9.
|
Urbano
Cairo, nonostante le promesse sul fare un passo indietro,
non ha ancora cambiato numero di cellulare. |
10.
|
Urbano
Cairo fa pagare ai tifosi del Toro gli abbonamenti più
cari di tutta la serie B e, considerando la quasi totale mancanza
di sconti e promozioni, anche della quasi totalità
della serie A. |
11.
|
Urbano
Cairo non adotta politiche per incentivare la presenza negli
stadi di famiglie e bambini, cosa che ormai fanno tutte le
squadre di A, comprese quelle di prima fascia. |
12.
|
Insomma,
quale il vero progetto di Urbano Cairo? Quando
uno compra casa pianta un ulivo in giardino; quando uno affitta
un pied-aterre, non mette nemmeno il nome sul campanello. |
Errori
dei tifosi del Toro:
Noi
siamo quelli che le hanno dato tutto quello che potevano, lei tutto
ha sprecato, fiducia compresa.
Le chiediamo di rispondere con i fatti ad ogni punto di questa lista,
ci rNoi siamo quelli che le hanno dato tutto quello che potevano,
lei tutto ha sprecato, fiducia compresa.
Le chiediamo di rispondere con i fatti ad ogni punto di questa lista,
ci riserviamo iniziative di contestazione qualora ciò non
si realizzasse, a prescindere dai risultati della squadra.
Il suo "popolo degli sms" sicuramente rinnegherà
questa lista, le ricordiamo però che quel popolo non rappresenta
l'universo della tifoseria granata, che è altresì
composta dai sottoscrittori di questo documento.
Ci scusi se siamo stati troppo diretti, ma a noi le parole che girano
troppo intorno alle cose non piacciono, anzi a noi troppe parole
danno proprio fastidio.
Torino,
24 luglio 2009
CLICCA
QUI
PER
SOTTOSCRIVERE.
Ricordati
di mettere i tuoi dati anagrafici e il tuo indirizzo e se vuoi puoi
fare copia incolla di questo:
Si,
sottoscrivo e concordo tutto ciò che è scritto nella
lettera inviata dai tifosi al Presidente Urbano Cairo
mail:
cctoroclubs@gmail.com
******************************************************************************
20/07/09
parte prima
1994/1995.
Il presidente del Torino Calcio, Calleri, si rifiuta di effettuare
i lavori per restituire all'impianto l'agibilità, decide
di abbandonare il Filadelfia come sede degli allenamenti della prima
squadra e lo dismette cedendolo per un prezzo simbolico alla Fondazione
Filadelfia, presieduta da Diego Novelli, che nel frattempo si è
costituita.

12 ANNI DI MENZOGNA E DI VERGOGNA
18 Luglio 1997.
La Fondazione
Filadelfia fa radere al suolo quasi interamente lo stadio e lancia
una sottoscrizione con la vendita dei "mattoni": versando
100.000 Lire si ha diritto ad avere il proprio nome inciso su un
mattone dello Stadio.
Viene presentato un progetto e prevista la data dell'inaugurazione:
4 maggio 1999, cinquantenario della Tragedia di Superga. La Fondazione
fa credere di avere già i finanziamenti, da parte del Credito
Sportivo, per la ricostruzione. Il progetto prevede un complesso
polifunzionale da 12000-15000 posti (tutti seduti e coperti), negozi,
ristoranti, birrerie, una palestra, minimarket e
addirittura delle strutture residenziali.
1999.
A marzo
Diego Novelli annuncia di aver ricevuto una donazione di settanta
miliardi da parte di Giuseppe Aghemo imprenditore che da tempo vuole
acquistare il Torino. Grazie a questo Novelli decide di ricostruire
lo stadio senza l'aiuto del Torino Calcio, ai tempi presieduto da
Vidulich, che poi avrebbe pagato l'affitto per lo sfruttamento dell'area.
Arriva il 4 maggio, 50° anniversario di Superga, e si tiene
la cerimonia della posa della prima pietra. Ad agosto spunta per
la prima volta il nome di Francesco Cimminelli, il finanziatore
che sarebbe dietro ad Aghemo. Filtrano le prime indiscrezioni sul
nuovo progetto: alcune trattative aperte col ministero permetterebbero
di portarlo a 32000-34000 posti.
2000.
L'architetto
Alberto Rolla viene incaricato di stilare un nuovo progetto, presentato
il 17 ottobre da Francesco Cimminelli e Attilio Romero . Il nuovo
stadio occuperà un'area di 73000 metri quadrati, su una zona
adiacente al vecchio impianto sportivo. Lo stadio sarà dotato
di un tetto semovente, e di una tribuna coperta da 25000 spettatori.
Il termine dei lavori è previsto per il 2004, ed il TOROC
(il comitato olimpico) comincia a pensare all'idea di disputare
le gare di hockey al nuovo Filadelfia. Viene presentato il nuovo
progetto di Rolla e si conta di raggiungere le 30.000 unità
di capienza. Il
vecchio stadio diventerà un museo della memoria, e la tribuna
lignea verrà ricostruita solo per ospitare il museo
Intanto la Fondazione ha ceduto il terreno alla SIS di Francesco
Cimminelli neo-proprietario del Torino Calcio, tramite la cessione
della “Società Civile Campo Torino” proprietaria
del terreno, per l'importo di 140 milioni di lire.
2001.
Affonda
in Consiglio Comunale il primo progetto di ristrutturazione presentato
da Cimminelli.
2002.
Il Consiglio
Comunale delibera la variante parziale al PRG concernente l'area
dello stadio Filadelfia tra le vie Spano, Tunisi, Filadelfia, Giordano
Bruno, dando via libera a spazi destinati ad utilizzo non sportivo.
Il 19 Dicembre il Filadelfia viene venduto dalla SIS di Francesco
Cimminelli al Torino Calcio dello stesso Cimminelli; il costo dell'operazione
è di 750.000 euro.
La SIS incassa dieci volte il costo che aveva sostenuto per l'acquisto
dalla Fondazione di Novelli. La "Società Civile Campo
Torino" proprietaria del terreno viene inglobata nella SIS,
scompare e, di conseguenza, viene meno il vincolo societario di
utilizzo del terreno a solo scopo sportivo.
2003.
Viene
siglato un protocollo d'intesa tra la Città di Torino e il
Torino Calcio per disciplinare il recupero delle aree Comunale e
Filadelfia. Il consiglio comunale trasferisce al Torino Calcio il
diritto di superficie dell'area Stadio Filadelfia e il Torino Calcio
cede al Comune la proprietà dell'area stessa.
Il Torino Calcio si impegna a realizzare nell'area Filadelfia un
impianto sportivo regolamentare con servizi, tribuna e museo della
memoria granata.
Il 9 dicembre in Consiglio Comunale viene approvata la variante.
2004.
Il Comune
approva il nuovo progetto di ristrutturazione. Si sviluppa su un’area
che è circa la metà dell’originale. Al posto
del cortile e del campo di allenamento della Primavera, ci saranno
due palazzi e una strada. Il 17 maggio, a fronte delle proteste
relative all'insediamento del supermercato Bennet sull'area del
Filadelfia, il Comune approva il trasferimento dalla
suddetta area all'area ex-Chinino, circa 10.000 mq su Via Giordano
Bruno a pochi passi dal Filadelfia. Su quest'area era previsto un
centro di incontro per anziani che non verrà più realizzato.
Il Torino Calcio a seguito della cessione del diritto di superficie
al Bennet ed ai palazzinari introita 25 milioni di Euro.
2005.
Il 24
febbraio, via libera in commissione al piano per l'area Filadelfia.
Quattro lotti: area ex-Chinino (centro commerciale), due lotti per
edifici residenziali, nuovo stadio Filadelfia. Il Comune chiede
a Cimminelli, quale garanzia per la ricostruzione del Filadelfia,
di iscrivere ipoteca su beni di proprietà Ergom , un capannone
industriale e dei posti auto in un centro uffici a Torino, valutati
dai
tecnici comunali - a valore di mercato - 4,3 milioni di Euro.
In agosto, Il Torino Calcio di Cimminelli fallisce. Tutto si ferma
ancora una volta.
2006.
2 febbraio:
l'assessore Elda Tessore, responsabile delle Olimpiadi Invernali,
dopo un sopralluogo consiglia di nascondere l'impianto coprendo
con alcuni teloni i diroccati muri perimetrali. Non ci riuscirà
a seguito delle proteste dei tifosi.
25 maggio:
la Giunta Comunale delibera un atto transattivo per sbloccare la
situazione Filadelfia. Il Comune torna in possesso del diritto di
superficie e si impegna ad iniziare i lavori entro il 1° ottobre.
Viene stipulato un accordo tra Comune, il curatore fallimentare
e le altre società interessate all'area: Bennet, Mo.Cla.
e Italcostruzioni. La Bennet versa un ulteriore milione a favore
del Comune o della “costituenda” Fondazione, a favore
della ricostruzione del Filadelfia e conferma l'impegno a realizzare
un parcheggio sotterraneo sul lato Via Giordano Bruno, a scomputo
degli oneri di urbanizzazione, come già previsto negli accordi
deliberati nel 2005.
I costruttori
e il Bennet versano inoltre 700.000 Euro al curatore fallimentare,
poi ridotti il 4 Luglio a 500.000.Quest'ultima somma deve essere
accantonata e utilizzata dal Curatore fallimentare per far fronte
ad eventuali pretese dell'Agenzia delle Entrare, che si oppone alla
transazione, poiché beneficiaria di due ipoteche iscritte
sul terreno del Filadelfia e del Comunale, a fronte di debiti
fiscali del Torino Calcio.
Viene
ribadito che l'inizio dei lavori per la realizzazione dei palazzi
e dell'ipermercato devono essere contestuali all'inizio dei lavori
per la ricostruzione del Filadelfia.
Infine
il Comune potrà procedere ad escutere le ipoteche da 4,3
milioni iscritte sui beni di proprietà Ergom.
31 luglio: protocollo d’intesa tra il Comune e le imprese
titolari dei diritti edificatori, i palazzi verranno costruiti in
altre aree.Il Comune
dichiara di aver messo sette milioni a Bilancio per la ricostruzione.
Settembre.
Viene istituito un “tavolo di lavoro” che presso l'Assessorato
allo Sport del Comune di Torino tiene una serie di incontri tra
l'amministrazione comunale, il Torino FC, l'associazione ex-calciatori
granata, la Fondazione di Diego Novelli e varie associazioni e gruppi
di tifosi, con il fine di creare una nuova Fondazione che possa
gestire la ricostruzione del Filadelfia.
2007.
Il 13
Novembre viene modificato il piano regolatore per ufficializzare
lo spostamento dei palazzi; nella stessa modifica si predispongono
nuovamente 4000 metri quadri di attività commerciali e di
ristorazione sull'area dello Stadio Filadelfia, lato Via Giordano
Bruno.
Dicembre.
Il Bennet inaugura il Centro Commerciale.
2008.
Il Comune
accetta lo Statuto della costituenda Fondazione il 23 gennaio e
si impegna a conferire 3,5 milioni di Euro, ma solo a lavori in
fase avanzata. A questo punto, secondo quanto contenuto nello Statuto,
la Fondazione ha un anno di tempo, dal momento della costituzione
da effettuarsi con Atto Notarile, per reperire i fondi necessari
alla costruzione del nuovo centro sportivo. Al
momento della stesura di detto atto il Comune conferirà alla
Fondazione il diritto di superficie dell'area Filadelfia.
Settembre.
Il Comune delibera di introitare i 2,3 milioni degli oneri di urbanizzazione
e di rinunciare alle opere a scomputo da realizzarsi a cura della
soc. Bennet e dei palazzinari:viene deliberato che il parcheggio
sotterraneo destinato allo Stadio Fiadelfia non è più
necessario.
Ottobre
.Il Comune rende noto che sul terreno del Filadelfia e del Comunale
risultano iscritte due ipoteche, da 38 milioni cad., ottenute dall'Agenzia
delle Entrate per tasse non pagate dal Torino Calcio di Cimminelli.
L'Agenzia delle Entrate ha presentato opposizione all'atto di transazione
fra Comune e Curatela fallimentare del Torino Calcio, e c'è
un giudizio in corso. La Fondazione
non può essere costituita.
A Dicembre
il Comune informa che è stato nominato un perito del Tribunale
per stabilire il valore dell'Area Filadelfia, perizia che sarà
depositata entro il successivo Marzo.
2009.
17 Aprile.
Un gruppo di tifosi presenta un esposto alla Corte dei Conti, chiedendo
di far chiarezza sulla mancata escussione delle ipoteche iscritte
sui beni Ergom (società di Cimminelli nel frattempo acquistata
dalla Fiat), escussione che il Comune avrebbe potuto effettuare
già dal luglio 2006.
19 Maggio.
Il Comune, nel corso di una Commissione consiliare informa che il
Tribunale ha dato ragione all'Agenzia delle Entrate ed è
obbligato ad ammettere di essere a conoscenza della presenza delle
ipoteche iscritte sul diritto di superficie dello Stadio Filadelfia
già dal Giugno 2006, prima dell'inizio del “tavolo”
per la nascita della nuova Fondazione.
Giugno.
Il valore della perizia viene reso pubblico da parte del Comune:
il valore globale dell'area è, secondo il perito, 1,8 milioni
di Euro totali, compreso alcune aree non gravate da ipoteche, sulle
quali è possibile sfruttare commercialmente l'area ( i 4.000
mq deliberati nel novembre 2007)
1 Luglio.
Il Comune offre 800.000 Euro all'Agenzia delle Entrate, per la purgazione
(cancellazione) delle Ipoteche.
8 Luglio.
L'Agenzia delle Entrate fa sapere che ritiene la cifra “inadeguata”
e si apre la possibilità che proceda a richiedere l'esproprio
e la messa all'asta dell'area Filadelfia.
18
Luglio 2009
STADIO FILADELFIA :
DOPO 12 ANNI SOLO ROVINE, IMMONDIZIA, ROVI e STERPAGLIE.
16 semplici tifosi, che in questi ultimi mesi si sono occupati di
ripulire l'area per renderla visitabile in occasione del 4 maggio,
60° Anniversario della Tragedia di Superga , non appartenenti
a gruppi o associazioni, hanno fatto colletta per pubblicare sui
quotidiani torinesi un avviso che porti a conoscenza dell'opinione
pubblica lo stato attuale dello Stadio Filadelfia, ricordando che
sono passati 12 anni dalla demolizione e dalle promesse di immediata
ricostruzione.
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20/07/09
parte seconda
Pubblichiamo
una sintesi di quanto emerso nell'incontro della settimana scorsa
e ribadiamo a tutti l'invito a partecipare al prossimo incontro
in programma venerdi 24 luglio, sempre alle 21,00, in via Valfenera
8 - TC Borgo Vittoria.
Cogliamo
l'occasione per ringraziare tutti coloro che hanno partecipato,
sia di presenza, sia con il loro contributo a questa discussione.
Marco
Montiglio
Venerdì
molti tifosi del Toro si sono riuniti per parlare di Toro, Torino
FC e tifosi stessi.
L’incontro era aperto a tutti, club aderenti e no al CCTC,
Associazioni, tifosi singoli. Un primo passo di condivisione per
la sopravvivenza del Toro e del nostro modo di essere tifosi.
Si è parlato della drammatica condizione in cui ci troviamo
e delle molte scelte del Presidente Cairo che hanno contribuito
a crearla. Si è parlato della divisione tra i tifosi, mai
cosi netta, di quanto il Presidente abbia contribuito a determinarla,
di quanto se ne sia avvalso per rafforzare la sua posizione.
Si è condiviso che la strada non deve essere “Cairo
vattene”, ma esprimere al presidente sensazioni, bisogni e
valori, a lui sconosciuti, ma fondamentali per noi tifosi.
Si è parlato di abbonamenti, prezzi troppo elevati, occasioni
mancate, mancanza di promozioni vere, serie, in tutti i settori.
Non finte come quella a campagna già aperta, utile principalmente
per autosottolineare la generosità presidenziale. In merito
agli abbonamenti è emersa la certezza che, gli anni passati,
l’attuale campagna e le parole del Presidente avrebbero portato
qualsiasi tifoseria “normale” a non rinnovarli. Per
nostra natura ci è di fatto preclusa questa scelta, è
necessario perciò trovare un segnale differente per esprimere
il nostro malcontento.
Si è deciso di stilare un documento riportante gli errori
di Cairo, nell’ennesimo tentativo di fargli capire quanto
la strada attuale sia devastante per il Toro e i suoi tifosi. Un
documento sottoscrivibile da club, gruppi, associazioni e tifosi
singoli che vi si riconoscano.
Si è sottolineata la volontà societaria di boicottare
ogni forma di aggregazione tra i tifosi, ad esempio negando ai club
di effettuare il servizio da sempre offerto ai soci nell’acquisto
dell’abbonamento e non aver cercato alcuna via legale che
evitasse il colpo finale ai club già penalizzati dalle nuove
norme sugli stadi.
Il rischio di veder cancellata ogni forma di aggregazione tra i
tifosi, ha spinto a lanciare l’idea di una nuova forma di
aggregazione, che ponga i tifosi su un piano di parità con
la società e abbia il compito di tutelare gli interessi dei
tifosi granata. Non formata da club o associazioni, ma dai singoli
tifosi alla quale tutti possano partecipare.
Progetto forse utopico ma che, con l’atipicità dei
tifosi granata e la capacità di Torino di far nascere molto
di quanto poi si diffonda in Italia, potrebbe pure realizzarsi.
Venerdì 24 luglio al Borgo Vittoria, in Via Valfenera 8,
alle 21.00 condivideremo il documento e proseguiremo il discorso.
Torino,
19 luglio 2009
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25/06/09
In attesa che
il mercato del Toro prenda forma, i Genetici informano i frequentatori
del sito che e' stato effettuato il Bonifico Bancario a favore del
comune terremotato di Villa Sant'Angelo con i proventi della vendita
del materiale Genetico durante le ultime 2 giornate di campionato.
Un sentito
ringraziamento a tutti coloro che ci hanno aiutato!

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21/05/2009

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8/05/2009

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4/05/2009

1949
- 2009
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21/04/2009
La Curva Primavera organizza per la trasferta di Firenze in occasione
della partita Fiorentina-Torino del 03/05/2009 delle 15,00.
PRENOTAZIONI E INFORMAZIONI: Clicca e scrivici qui oppure contattaci
in balconata in occasione di Torino-Catania.
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14/03/2009
I Geneticamente Granata organizzzano per
Venerdì 27 Marzo 2009 alle ore 20,30
una cena presso la pizzeria Grande Torino di Corso Rosselli 1b,
Torino.
Vi invitiamo ad aderire numerosi alla serata!!!!
Le prenotazioni dovranno pervenire entro la sera di Martedì
24, tramite il nostro forum, in occasione di Torino-Sampdoria di
domenica prossima (dove ci troverete a venedere il nostro materiale
o in balconata) oppure via email all'indirizzo info@geneticamentegranata.it.
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24/02/2009
Riceviamo
e volentieri pubblichiamo un volantino in riferimento al sopralluogo
presso il Filadelfia del 3 Marzo.
Invitiamo anche noi a partecipare numerosi all'incontro.
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21/01/2009
NUOVO
MATERIALE: LACCETTO PORTACHIAVI!

PER
INFORMAZIONI SU COSTI E SPEDIZIONI: materiale@geneticamentegranata.it
Per altro materiale Geneticamente Granata: Clicca qui
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